Il ministero del Petrolio iraniano ha detto domenica che tutte le spedizioni alle società francesi e inglesi si sono fermate e che la Repubblica Islamica ha preso provvedimenti per vendere il proprio greggio a nuovi clienti.
La mossa sembra pensata per anticipare la decisione europea di interrompere l’importazione di petrolio iraniano dal prossimo 1° luglio. L’embargo è parte degli sforzi occidentali per aumentare la pressione finanziaria su Teheran, per tentare di farla ragionare sul suo controverso programma nucleare civile, che secondo molti paesi occidentali sarebbe una copertura per costruire armi atomiche. L’Iran ha sempre negato l’accusa.
Il taglio alle esportazioni non dovrebbe incidere in maniera significativa sugli approvvigionamenti di Francia e Gran Bretagna, ma è visto come un avvertimento ad altri UE più esposti alle esportazioni di petrolio di Teheran, come Italia, Spagna e Grecia.
I 27 paesi dell’unione comprano circa il 18 per cento delle esportazioni di greggio dell’Iran. Il resto del petrolio iraniano finisce nei paesi asiatici, soprattutto Cina e India.
Inoltre domenica il consigliere per la Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti Tom Donilon ha incontrato i leader israeliani a Gerusalemme tra le crescenti tensioni sul programma nucleare iraniano e sulle indiscrezioni secondo cui Israele potrebbe star preparando un attacco militare contro le istallazioni nucleari della Repubblica islamica.