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Fukushima: pesce contaminato. Livelli di radiazioni pericolosi per l’uomo

In un pesce murasoi, una specie simile allo scorfano, catturato nei pressi della centrale nucleare, è stata rilevata la presenza di 254.000 becquerel per chilogrammo di cesio, più di 2.540 volte il limite legale, fissato dal governo a 100 becquerel / Kg

Scritto da Nadia Fusar Poli il 24.01.2013

Due anni dopo il disastro della centrale nucleare di Fukushima, in Giappone – definito il “peggiore rilascio accidentale di radiazioni verso l’oceano della storia” – nei pressi della baia è stato trovato e un pesce con livelli impressionanti di radiazioni.

Murasoi-pesce-contaminato-Fukushima

Notizie inquietanti giungono ancora dal Giappone, e precisamente dall’area in cui la centrale nucleare Fukushima Daiichi fu distrutta dal devastante terremoto del marzo 2011, seguito da un violentissimo tsunami, producendo il più grave disastro nucleare degli ultimi decenni.

In un pesce murasoi, una specie simile allo scorfano, catturato nei pressi della centrale nucleare, è stata rilevata la presenza di 254.000 becquerel per chilogrammo di cesio, più di 2.540 volte il limite legale, fissato dal governo a 100 becquerel / Kg . Numeri che sono stati confermati dalla TEPCO, la società Tokyo Electric Power, impegnata nel monitoraggio della baia. Un Becquerel rappresenta l’unità di base della radioattività utilizzata nella rilevazione internazionali e il livello massimo consentito nei prodotti alimentari destinati al consumo umano è di 100 becquerel / kg.

Secondo la rivista Science, i livelli di cesio nei frutti di mare nella zona intorno a Fukushima, non sono realmente diminuiti dal 2011. Nella regione c’è ancora molta preoccupazione: il rischio è che altri pesci possano nutrirsi del murasoi e che specie diverse possano essere contaminate, rappresentando una minaccia per la salute della popolazione. Tepco sta provvedendo ad installare una nuova serie di reti sotto la superficie dell’acqua, lungo un perimetro di 20 km, nella speranza di limitare la migrazione del pesce contaminato al di fuori della regione.

Nel mese di aprile 2012, i ricercatori della Woods Hole, diretti da Ken Buesseler, hanno annunciato di aver trovato “livelli elevati” di radiazioni nell’ambiente marino intorno a Fukushima. Nel mese di ottobre, Buessler e i suoi colleghi, hanno registrato che circa il 40 per cento del pesce catturato nei pressi della centrale nucleare è risultato essere contaminato da cesio radioattivo: i livelli erano ben oltre i limiti di sicurezza. Secondo il Guardian, Buesseler, un importante esperto di chimica marina, lanciò in quell’occasione un grave monito: i pesci di Fukushima “potrebbe essere immangiabili per un decennio”.

Dal momento della catastrofe – il più grande disastro nucleare dopo Chernobyl – gli scienziati hanno cercato di capire quali potessero essere le ripercussioni, in termini di diffusione e impatto, delle radiazioni, rilasciate in quel giorno fatale. Mentre ci si accinge a celebrare il secondo anniversario della tragedia, vengono di fatto sollevati nuovi timori, soprattutto sulla sicurezza del pesce pescato nella zona. I ricercatori ritengono che i depositi di cesio chimico nel substrato, così come le perdite provenienti dai reattori danneggiati, possano continuare a contaminare le acque – e abbiano il potenziale sufficiente per rappresentare una minaccia per decenni.

La radiazione sembra inoltre avere un effetto sulla fauna selvatica della regione. Farfalle catturate vicino a Fukushima presentano un insolito numero di mutazioni genetiche, e le deformità sembrano destinate ad aumentare nel corso delle generazioni successive.









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