La salute riproduttiva delle donne è al cuore del tema che UNFPA (United Nations Fund for Population Activities), il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione, vuole diffondere l’11 luglio nel mondo, in onore della Giornata mondiale della popolazione 2012. L’associazione ha chiaro l’obiettivo da raggiungere: un futuro dove ogni gravidanza sia desiderata, la nascita di ogni bambino portata a termine positivamente e dove tutte le potenzialità dei giovani possano essere soddisfatte pienamente. Tra gli Obiettivi di sviluppo del millennio (Millennium Development Goals o MDG) delle Nazioni Unite, obiettivi che tutti i 191 stati membri dell’ONU si sono impegnati a raggiungere per l’anno 2015, c’è proprio l’accesso universale per tutte le donne alla salute riproduttiva. Ma c’è ancora molta strada da fare.
Quanti saremo nel mondo? La revisione e il conteggio più recente della popolazione mondiale risale al prospetto del 3 maggio 2011, quando UNFPA scriveva che il 31 ottobre 2011 avremmo raggiunto i 7 miliardi sul Pianeta. La prossima revisione sarà fatta nella prima metà del 2013, dalla Divisione popolazione del Dipartimento degli affari economici e sociali delle Nazioni Unite. Praticamente ogni due anni. Secondo le previsioni, si stima che il 16 giugno del 2025 saremo 8 miliardi, 9 miliardi nel 2043, 10 nel 2083. Questi dati emergono dalle stime annuali di crescita esponenziale della popolazione, che si sono valutate anno per anno a partire dal 20 ottobre1959, quando sulla Terra c’erano 3 miliardi di persone. Questi dati dipendono dall’andamento di crescita annuale della popolazione e si basano su previsioni, sono pertanto da considerarsi un’approssimazione, per quanto attendibile.
In un mondo in crescita costante, dove alcune donne decidono di non avere figlie e altre non possono non averne e non possono pianificare le nascite nella loro famiglia, i problemi legati alla salute nella riproduzione sembrano essere ancora seri e reali. La gravidanza, lungi dall’essere un momento di gioia, a volte è ancora causa di malattia e di morte per molte donne in età fertile di tutto il mondo. Circa 222 milioni di donne, secondo i dati UNFPA, che vorrebbero ritardare o evitare la loro gravidanza non possono farlo. Quasi 800 donne muoiono ogni giorno al mondo mentre danno alla luce il loro bambino. Circa 1,8 miliardi di donne fanno ingresso nell’età riproduttiva senza la conoscenza necessaria, né gli strumenti o i servizi che possano garantire loro la minima protezione. Per questo motivo, l’11 luglio 2012 vuole essere un giorno dedicato alla diffusione di campagne e attività in grado di richiamare l’attenzione pubblica globale sulla salute riproduttiva delle donne e a ciò che essa rappresenta per creare e portare avanti un mondo giusto ed equilibrato.
I punti principali che l’UNFPA mette in rilievo riguardano la possibilità della pianificazione famigliare, i diritti delle donne, le risorse da destinare alle famiglie. La campagna globale mira a diffondere l’ accesso universale alla sicurezza e salute riproduttiva per le famiglie, soprattutto nei territori dell’Asia e del Pacifico. Punta a far conoscere i sistemi contraccettivi e i loro costi. Vuole ascoltare le richieste delle donne che vivono nei paesi arabi, aiutandole nella pianificazione delle famiglie.
Babatunde Osotimehin, direttore esecutivo di UNFPA, ha voluto lanciare il suo messaggio per l’occasione dicendo che “ Dare la vita è normalmente il momento di massima gioia nell’esistenza di una donna. Ogni giorno muoiono circa 800 donne durante la gravidanza o per complicazioni durante parto, che sono molto spesso prevedibili. E per ogni donna che muore, circa 20 sono debilitate e si ammalano per aver dato alla luce il loro bambino. Abbiamo già il consenso internazionale per fare qualcosa a riguardo. Ciò di cui abbiamo bisogno sono risorse e un’azione accelerata e ininterrotta” e conclude “Oggi, in occasione della Giornata mondiale della popolazione, è arrivato il tempo di ri-energizzare il nostro impegno per far sì che l’accesso alla sanità riproduttiva e ai servizi annessi siano assicurati, specialmente riguardo la pianificazione volontaria delle famiglie.”