L’emergenza a Viterbo partita da uno studio per valutare l’esposizione all’arsenico nelle aree a rischio dell’Iss e l’Ordini dei medici. I limiti massimi fissati dall’Unione Europea nell’acqua sono 10 microgrammi per litro, mentre la concentrazione in molti comuni del Lazio è da anni molto più alta.
Nella ricerca dell’Iss è risultato che in 16 comuni del viterbese interessati dall’emergenza arsenico, la concentrazione della sostanza nell’organismo è più che doppia rispetto a quella nella popolazione generale (in campioni di unghie di 269 soggetti sani la concentrazione della sostanza era pari a 200 nanogrammi per grammo contro gli 82 nanogrammi di un gruppo di controllo nella popolazione generale).
Venerdì il Ministro della Salute Balduzzi ha dichiarato di aver avviato il dialogo con le amministrazioni locali: “Con il Presidente Nicola Zingaretti e con tutti gli enti locali interessati avvieremo in tempi strettissimi le misure urgenti per far fronte ai disagi della popolazione in seguito all’emergenza da tempo creatasi a causa delle alte concentrazioni d’arsenico nell’acqua nel Viterbese”.
Le dichiarazioni giungono – si legge nella nota del ministero – dopo una telefonata di chiarimento con il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. In particolare, il Ministro ha informato il presidente Zingaretti e insieme hanno concordato un incontro la prossima settimana: “Non possiamo più aspettare e finalmente dalla Regione c’è una risposta precisa alle numerose sollecitazioni che avevo già rivolto in passato alla Regione Lazio. Il Presidente Zingaretti ha risposto immediatamente questa mattina annunciando l’incontro di lavoro”.
Il Ministro Balduzzi il 4 gennaio aveva sollecitato l’ultima volta l’ex-presidente Polverini ad adottare misure urgenti e negli ultimi sei mesi dello scorso anno aveva più volte invitato la Regione ad occuparsi della vicenda con note scritte, che non avevano avuto una risposta pienamente rassicurante sulle iniziative da intraprendere. Il Ministero della Salute ricorda che i provvedimenti in deroga, chiesti e ottenuti dalla Regione Lazio dalla Commissione Europea per tramite del Ministero della Salute, prevedevano come parte integrante della richiesta un rigoroso cronoprogramma per il rientro delle acque nei parametri di conformità.
L’8 febbraio a Bruxelles, presso la Commissione europea, si era svolta una riunione, presenti Ministero della Salute, Istituto Superiore di sanità e Regione Lazio, nella quale la Commissione europea, nel prendere atto delle azioni programmate dalla Regione per il rientro del valore di parametro dell’arsenico, ha proposto alla Regione un piano di assistenza, al quale la Regione aveva aderito. Ma ad oggi non risulta che tale piano sia stato formalizzato, nonostante vari solleciti alla Regione a fornire informazioni in merito.
Intanto il Codacons invita le imprese a richiedere i danni alle amministrazioni locali, fino ad un milione di euro.