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Consumo moderato di caffè può ridurre del 25% il rischio di diabete di tipo 2

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 14.11.2013

Secondo le ricerche pubblicate da Institute for Scientific Information on Coffee (ISIC), l’assunzione regolare e moderata di caffè può diminuire il rischio per un individuo di sviluppare il diabete di tipo 2.

Secondo l’aggiornamento pubblicato da ISIC in occasione della Giornata Mondiale del Diabete 2012 e poi aggiornato durante l’anno, evidenze epidemiologiche mostrano che l’assunzione di 3-4 tazze di caffè al giorno è associata ad una riduzione approssimativa del 25% di rischio di sviluppare diabete di tipo 2, comparato ad un consumo nullo o minore a 2 tazze al giorno.

Caffé

Le ricerche hanno anche suggerito una riposta inversa riguardo le dosi, per cui ogni tazza di caffè in aggiunta riduce il rischio relativo di sviluppo di diabete di tipo 2 del 7-8 per cento.

E’ poco probabile che la caffeina sia responsabile degli effetti protettivi del caffè, come suggerisce uno studio che associa un basso rischio di diabete di tipo 2 al caffè sia caffeinato che decaffeinato

Inoltre un recente studio ha evidenziato un beneficio del caffè filtrato rispetto a quello bollito, del decaffeinato rispetto al caffeinato e una più forte relazione inversa in coloro che hanno più di 60 anni.

Un altro studio ha mostrato che il consumo regolare di caffè (non decaffeinato) è maggiormente protettivo contro il diabete di tipo 2 nelle donne di qualsiasi etnia che negli uomini.

Secondo il report uno dei motivi che potrebbero spiegare l’effetto benefico del caffè potrebbe essere l’‘Energy Expenditure Hypothesis’ che suggerisce che la caffeina nel caffè possa stimolare il metabolismo e aumentare il dispendio energetico e il ‘Carbohydrate Metabolic Hypothesis’, che stabilisce che i componenti del caffè giochino un ruolo chiave nel bilanciamento del glucosio.

Altre teorie che riscuotono però minore credito, indicano che i componenti contenuti nel caffè possono migliorare la sensibilità dell’insulina attraverso meccanismi quali la modulazione degli stati infiammatori, mediando lo stress ossidativo cellulare, gli effetti ormonali o attraverso la riduzione del ferro.

I contenuti riportati da ISIC si riferiscono a informazioni rese note al Congresso Mondiale di Prevenzione del Diabete che si è tenuto nel 2012 ed è stato aggiornato sulla base delle ultime ricerche nel campo pubblicate durante l’ultimo anno.

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