Rame e ferro sarebbero implicate nell’emersione del morbo di Alzheimer. Due ricerche, pubblicate rispettivamente su Pnas e su Journal of Alzheimer Disease, dimostrerebbero che il ferro si trova accumulato in eccesso nel cervello delle persone malate di Alzheimer, mentre il rame, se ingerito da modelli mirini, rallenta la funzionalità delle cellule spazzine dei neuroni.
Secondo gli scienziati dell’Università di Los Angeles le proteine Tau e Beta amiloide non sarebbero le sole responsabili per la malattia, ma anche il ferro avrebbe una sua funzione.
Gli scienziati hanno potuto constatare che nelle aree del cervello colpite dalla malattia c’era un accumulo di ferro, a differenza delle aree del cervello non colpite dalla malattia. Più è il ferro accumulato, più i segni della malattia sono avanzati.
Il ferro accumulandosi, rende prima inefficienti i neuroni e poi li avvelena, e non è escluso che abbia un’azione predominante rispetto alle proteine tau e beta amiloide.
L’Alzheimer è la patologia che nel nostro secolo minaccia più seriamente i sistemi sanitari delle nazioni: ha infatti costi elevatissimi e non se ne conoscono con esattezza le cause. Neanche una cura è stata trovata ed è per questo che le ricerche in questo campo sono innumerevoli.
Il trattamento della malattia è poi così difficile perché i sintomi diventano rilevabili solo quando la malattia è ormai in stadio avanzato e ha già creato dei danni gravi a livello neuronale.