Si chiama Hotel A e si trova in una piazza centrale di Gallarate. Non è un hotel qualsiasi, si tratta di un hotel dove i malati di alzheimer e i loro caregiver possono trascorrere dei giorni per socializzare, essere accuditi, rilassarsi.
L’Hotel A è gestito dalla Fondazione Il Melo con la direzione del dottor Marco Predazzi. Ad assistere i malati decine di operatrici specializzate. L’hotel è fornito di 20 camere da letto che accolgono pazienti con la patologia ad uno stato lieve-medio.
Il piano terra è attrezzato per la socializzazione, il relax, le attività fisiche la ginnastica e la danza.
All’Hotel si può accedere anche solo per brevi periodi, anche per dare respiro a chi, in una coppia, si prende cura del aprtner malato.
Con gli anziani interagiscono i ragazzi del liceo che scelgono di fare lo stage presso l’hotel A: un percorso non semplice, spiega un ragazzo a Corriere.it, “L’Alzheimer non lo conoscevo. Mi ha colpito l’affetto e l’impegno degli operatori, io non ci riuscirei. È frustrante. Dopo qualche giorno pensavo di aver creato un buon rapporto con il signor Luigi, fino a quando mi ha detto: ‘Ma noi ci conosciamo?’. È duro questo senso di vuoto, ricominciare ogni giorno”.
Non sono molti i ragazzi che scelgono l’hotel A per il loro stage, il rapporto con gli anziani e l’Alzheimer dei ragazzi di oggi sembra essere sempre più difficile.
L’hotel A sembra essere la dimostrazione che l’Alzheimer può essere affrontato anche da un punto di vista sociale e non solo medico. Una parola , uno sguardo in più, a volte, fanno diminuire il numero di pillole da ingerire ogni giorno.