Secondo una ricerca l’arteriosclerosi, cioè l’indurimento delle arterie sarebbe connesso con l’insorgenza dell’Alzheimer. La ricerca, pubblicata sulla rivista Neurology è stata condotta dagli scienziati dell’Università di Pittsburgh.
L’Alzheimer è una forma di demenza senile, che può però colpire anche i giovani, la cui incidenza è in aumento nel nostro paese che oggi conta circa 600.000 malati. L’Alzheimer ha un grande impatto sulla famiglia dei malati e i malati necessitano di una assistenza molto impegnativa. Per questo la malattia, la cui incidenza con l’invecchiamento della popolazione è destinata ad aumentare, pesa in maniera importante sulle casse dell’assistenza sanitaria statale.
Purtroppo però non esistono marcatori della malattia che non siano rivelabili se non dopo che la malattia abbia già prodotto dei danni irreversibili.
Per questo i ricercatori sono focalizzati alla ricerca di marcatori che possano essere utili per una diagnosi precoce.
Timothy Hughes, che lavora presso l’Institute for Clinical Research Education dell’Università di Pittsburgh ha dimostrato, studiando la comparsa dell’arteriosclerosi e degli accumuli di proteina beta amiloide, chiamati placche, che esiste una connessione fra arteriosclerosi e Alzheimer, che può comparire anche dieci anni dopo l’indurimento delle arterie. I ricercatori hanno quindi dimostrato che alla presenza dell’indurimento delle arterie può corrispondere l’insorgenza delle placche amiloidee che nel tempo conducono all’Alzheimer.