La Commissione europea ha ripreso l’Italia perchè non rispetta le norme in merito ai turni e alle ore di lavoro dei medici.
La Commissione ha inviato un “parere motivato”. Ora l’Italia ha due mesi per mettersi in regola, poi la Commissione potrà decidere di deferire l’Italia alla corte di giustizia.
I medici italiani non rispettano, secondo la commissione, nè la durata media dell’orario di lavoro settimanale di 48 ore, nè il periodo medio di riposo giornaliero di 11 ore.
La legislazione non ha recepito questi limiti e la commissione ha ricevuto quindi molte denunce relative agli orari insostenibili dei medici.
Fra le denunce quella dell’Anaao Assomed, attraverso la Federazione europea dei medici salariati (Fems) già dal 2008.
Il presidente dell’Anaao Costantino Torise, ha dichiarato: “Dobbiamo riconoscere che la sicurezza delle cure non è affidata alle assicurazioni, ma richiede investimenti nella formazione degli operatori e per garantire gli organici necessari. Ora è l’Europa a richiamarci a questi obblighi”.
“Eravamo stati noi dell’Anaao – continua Troise – a sollevare la questione dopo che il secondo governo Prodi aveva deciso di non applicare ai dirigenti, e quindi anche ai medici del Ssn, l’obbligo a un periodo di un riposo compensativo di almeno 11 ore fra un turno di lavoro e l’altro. Questo violava la normativa europea; i medici sono dirigenti in quanto dotati di autonomia professionale ma non sono in grado di decidere in maniera autonoma l’organizzazione del lavoro.
“Al di là del fatto specifico, io credo che l’importanza di questo provvedimento risieda nel richiamare governo, parlamento e Regioni a un’attenzione alle carenze di organico e ai carichi di lavoro in quanto elementi strutturali della sicurezza delle cure per i cittadini. Non è possibile lamentarsi della crescita dei costi assicurativi e della medicina difensiva con la coscienza sporca di avere ospedali con organici insufficienti, sottoposti a turni stressanti e non in grado di assicurare il recupero delle energie psicofisiche”.