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Mercurio: scampi alla foce del Pescara contaminati dal 2009

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 06.04.2014

I risultati di un’analisi dell’Università di Teramo e del Centro di Referenza Nazionale per la Sorveglianza e il Controllo degli Alimenti per gli Animali di Torino hanno rivelato la presenza di mercurio negli scampi pescati alla foce del fiume Pescara, in Abruzzo, con tassi di contaminazione elevatissima, in alcuni casi 34 volte il limite comunitario. I dati, disponibili da tempi, sono stati rilanciati dal Forum abruzzese dei Movimenti per l’acqua.

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Secondo le analisi, erano presenti negli scampi 0,78 milligrammi/kg nella ‘white meat’ – la polpa edibile del crostaceo – contro un limite comunitario di 0,5 milligrammi/kg; nella carne bollita che i ricercatori hanno esaminato aveva valori anche superiori, di 1,05 milligrammi/kg.

“Questi dati – dice il Forum Acqua – fanno il paio con quelli dell’Agenzia regionale per la tutela ambientale (Arta) del 2012 relativi ai sedimenti del Porto canale di Pescara, poi dragati con un grande dispendio economico. La stragrande maggioranza dei campioni, 59 su 75, è risultata avere livelli di mercurio superiore allo standard di qualità fissato dal Decreto ministeriale 56 del 2009 (0,3 milligrammi/kg). Due campioni presentavano valori estremamente elevati, rispettivamente di 14 e 17 milligrammi/kg, addirittura maggiori rispetto ai picchi riscontrati in una delle aree più contaminate da mercurio in Mediterraneo, la laguna di Grado”.

Inoltre, aggiunge Augusto De Sanctis, del Forum Acqua, “i dati disponibili sulla contaminazione da mercurio nell’area di Pescara, oltre a quella di Bussi, dovrebbero portare immediatamente ad agire” e che “lo studio è stato pubblicato nel 2013 su una prestigiosa rivista scientifica internazionale.”

I ricercatori – dice l’ambientalista – pur non individuando esattamente la fonte di inquinamento dell’ambiente che può aver causato la contaminazione degli animali, esprimono la loro preoccupazione per tale situazione e propongono precise azioni da attuare”. 

Il mercurio è un metallo pesante e tende ad accumularsi nell’organismo, provocando diverse patologie. Le persone particolarmente interessate ad evitare un’esposizione al mercurio sono in particolare le donne in gravidanza o che allattano, e i bambini. La gravidanza e l’allattamento costituiscono i periodi più critici per la tossicità del metilmercurio, in quanto la sostanza è in grado di superare la barriera cerebrale e quella placentare causando danni a carico del sistema nervoso centrale e dello sviluppo del feto. Alte dosi causano ritardo mentale grave del nascituro, dosi più basse provocano alterazioni dello sviluppo psicomotorio. Inoltre, tra i sintomi legati all’esposizione cronica ci sono le alterazioni della funzionalità renale, della memoria, problemi motori e della coordinazione.

 
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