E’ stato testato davanti agli occhi del ministro delle infrastrutture Maurizio Lupi il primo pezzo del complesso sistema di paratie mobili chiamato Mose, e che dovrebbe scongiurare entro un paio di anni l’acqua alta a Venezia, riducendo drasticamente il numero di giorni con acqua alta nella città lagunare.
In totale le paratie previste saranno 78 e oggi sono state testate solo 4 di queste, in una dimostrazione a cui ha assistito non solo il ministro ma anche il presidente della regione Veneto Zaia. Il colossale progetto Mose dura da ormai dieci anni e i lavori sarebbero a circa l’80%. L’opera dovrebbe essere completata nel 2016 e sono necessari per il progetto altri 400 milioni di euro.
Le fasi tecniche di realizzazione del progetto sono state illustrate dai nuovi vertici del Consorzio Venezia Nuova, il Presidente Mauro Fabris e il direttore generale Hermes Redi, che riassumono il costo dell’intero progetto in qualcosa come 5,5 miliardi di euro.
Intanto anche i dimostranti che sono contrari al progetto si sono ritrovati per l’appuntamento, e chiedono non solo il blocco del Mose ma anche il divieto di transito delle grandi navi vicino alla città, accusando l’intero sistema di corruzione e sperpero di denari pubblici. Recentemente l’ex presidente e direttore del Consorzio, Giovanni Mazzacurati, è stato messo agli arresti domiciliari dalla procura di Venezia per turbativa d’asta e appalti truccati, ma non per quanto riguarda il consorzio.
Il ministro alla Infrastrutture Lupi non si preoccupa della mancanza di fondi, e ha affermato che con la legge di stabilità dell’anno prossimo arriveranno le risorse necessarie per concludere l’opera, con un “obiettivo tassativo di completamento dell’opera entro il 2016”.
E c’è chi tra le figure istituzionali si defila, come Felice Casson, senatore Pd, già magistrato a Venezia. L’inaugurazione di non si sa cosa non gli interessa, forse a causa dello stato ancora embrionale del sistema di paratie.