Per proteggere Venezia dalle inondazioni periodiche, che sono e saranno sempre più accentuate a causa dell’innalzamento del livello del mare e dallo sprofondamento della laguna, un team di ricercatori italiani suggerisce di sollevare lo strato di roccia su cui è stata costruita la città pompando acqua di mare nelle falde acquifere sottostanti.
Ciò potrebbe comportare un innalzamento uniforme di circa 30 centimetri nel corso di un periodo di 10 anni di costante e coordinato pompaggio, tramite una serie di 12 pozzi che circondano la città, secondo uno studio riportato nel Water Resources Research Journal.
L’idea non è del tutto nuova, ma fino ad ora la sua applicabilità era stata ostacolata dalla poca comprensione della natura del terreno sottostante Venezia.
I ricercatori hanno superato questo ostacolo setacciando i dati sismici – ottenuti nel 1980 dall’Agip petroli mentre censiva la eventuale presenza di giacimenti di metano e petrolio. Da questi dati, i ricercatori sono riusciti a costruire una mappa 3-D del sottosuolo.
Verso la metà del ‘900 del secolo, l’acqua è stata pompata fuori nei pozzi artesiani di Mestre, per essere utilizzata in agricoltura. Questo ha provocato l’abbassamento del terreno e l’aumento del fenomeno dell’acqua alta
In teoria, reimmettere l’acqua nel suolo potrebbe invertire questa tendenza, ma in realtà non sarà possibile un pieno recupero. Tuttavia, il sollevamento raggiungibile è sufficiente a frenare alcune delle inondazioni periodiche di Venezia.
È importante sottolineare che l’iniezione coordinata di acqua di mare può far salire un lato della città più velocemente di un altro, e questo potrebbe portare al crollo di infrastrutture – come edifici, strade, ponti ecc. – che invece il progetto mira a proteggere.
Mentre il costo dell’impresa è stato stimato di oltre 80 milioni di euro, l’operazione potrebbe ridurre i costi operativi del progetto MOSE, che ha lo scopo di fermare l’acqua alta.
E dato che il turismo genera almeno 2 miliardi di dollari anno a Venezia, l’operazione sembra davvero un piccolo prezzo da pagare per una città che vive essenzialmente di turismo.
In più, se questo approccio dovesse funzionare a Venezia, si potrebbe anche applicare in altre parti del mondo, ad esempio Shanghai, New York (che però ha un terreno granitico), New Orleans, Miami, Il Cairo, Amsterdam e Tokyo.
Certo che se gli esperti e i laureati in Ingegneria di oggi sono questi che non conoscono nemmeno le basi della Grammatica(al punto da non saper nemmeno come si scrive correttamente la propria Laurea)è naturale che in Italia saremo sempre degli incompetenti conclamati.Ma chi si fiderebbe di gente così? Sono gli stessi che, non sapendo nemmeno esprimersi con l’alfabeto,poi fanno una marea di casini con i numeri e le misure da cui scaturiscono questi progetti assurdi, pericoli e a volte stragi. Brividi se penso a “laureati” in Medicina che non sanno nemmeno le tabelline e che prescrivono cure, fatte di quantità e di numeri e calcoli. Repubblica delle banane: quelle che ci mettono in quel posto parecchi “laureati” che intraprendono maldestramente la professione. Complimenti vivissimi.
ma la gente non altro a che pensare.
solo spilare soldi ai cittadini.
e poi per una soluzione irealizzabile
buon giorno a tutti,sono laureato in ingeneria.come tutti sapiamo l’acqua non si comprime quindi per quanta ne pompiamo essa troveranuove fughe.ma allora dove’ il genio…perche’ non pompare i rifiuti di napoli…
Ma anche ipotizzando che l’idea sia realizabile e dove andrebbe a finire il fascio di Venezia con l’acqua alta?
Che caxxata immane. Come si può pensare di sollevare un’intera città senza che questa si sbricioli su se stessa? Che fenomeni. L’unica soluzione è quella delle dighe come in Olanda, un paese dove si agisce e non ci si inventa soluzioni fantascientifiche.
Venezia è l’anima dell’occidente. Culla della toleranza e della democrazia liberale. E’ nostro dovere fare il tutto possibile per salvarla.
I veneziani vogliono salvare Venezia, lo facciano, basta che spendano di tasca loro. Al resto d’Italia di salvare la Venezia dei veneziani che ti fanno pagare 3 euro un caffè poco importa.
MArghera dovrebbe tornare
Mare = mar c’era …..calcoli di cubature curati e approfonditi dimostrano che l’acquealte sarebbero compensate ..Il disastro e’ stato fatto inventando un terra che prima non c’era …anni50
Io credo che è una strada senza ritorno, questi scienzuati dovrebbero dirci anche se crescondo pure i canali quali altri problemi verrebbere a crearsi.