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Pelle da staminali: forse stop a test dei cosmetici sugli animali

Create a partire da cellule staminali cellule dell'epidermide che potrebbero un giorno consentire di evitare i test sugli animali per i cosmetici

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 30.04.2014

Un team internazionale di scienziati del King College di Londra e del San Francisco Veteran Affairs Medical Center ( SFVAMC ) ha elaborato le prime cellule di epidermide coltivate in laboratorio, con una barriera di permeabilità funzionale simile alla pelle reale. La nuova epidermide, cresciuta da cellule staminali pluripotenti umane, potrebbe rappresentare un modello di laboratorio alternativo per testare farmaci e cosmetici e potrebbe anche contribuire a sviluppare nuove terapie per le malattie della pelle.

Pelle

Gli scienziati si sono avvalsi di cellule staminali pluripotenti umane e il risultato, messo a confronto con cellule dell’epidermide umane non ha mostrato sostanziali differenze nelle proprietà strutturali.

Theodora Mauro, leader del team SFVAMC, ha spiegato: “La possibilità di ottenere un numero illimitato di unità geneticamente identiche può essere usata per studiare una serie di condizioni in cui la barriera della pelle è difettosa a causa di mutazioni in geni coinvolti nella formazione della barriera cutanea, come l’ittiosi (pelle secca e squamosa) o la dermatite atopica. Possiamo usare questo modello per studiare come la barriera cutanea si sviluppa normalmente, come la barriera viene compromessa in diverse malattie e come si può stimolare la sua riparazione e il suo recupero.”

Dusko Ilic leader del team del King College di Londra ha dichiarato: “Il nostro nuovo metodo può essere utilizzato per far crescere maggiori quantità di cellule epidermiche umane equivalenti coltivate in laboratorio, e quindi potrebbe essere usata per i test commerciali dei farmaci e dei cosmetici per gli umani. Gli equivalenti epidermici rappresentano diversi tipi di pelle che possono anche essere coltivate , a seconda della fonte delle cellule staminali utilizzate, e potrebbero quindi essere adattati per studiare una serie di patologie della pelle e sensibilità in diverse popolazioni.”

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