I ricercatori dell’Università di Notre Dame coi loro esperimenti di nanotecnologia sui topi hanno dimostrato una nuova speranza nel trattamento di un tipo di cancro delle cellule di plasma nel midollo osseo noto come “mieloma multiplo” (MM), tuttora considerato incurabile.
Una delle difficoltà dei medici nel trattamento del MM deriva dal fatto che le cellule ammalate di questo tipo di tumore iniziano a sviluppare la resistenza alla chemioterapia quando aderiscono al tessuto nel midollo osseo.
“Le nanoparticelle che abbiano disegnato realizzano tante cose in modo contemporaneo,” ha spiegato Başar Bilgiçer, ricercatore universitario in ingegneria chimica, biomolecolare e biochimica, “Per prima cosa, queste nanoparticelle limitano lo sviluppo della resistenza alla doxorubicina. Secondo, fanno attivamente consumare alle cellule tumorali il farmaco contenuto nelle nanoparticelle. Terzo, riducono gli effetti tossici che il farmaco potrebbe avere sulla salute degli altri organi.”
Le nanoparticelle di questo studio sono coperte con un particolare peptide che si dirige verso ad uno specifico recettore al di fuori delle cellule di mieloma multiplo. Questo recettore causa l’adesione delle cellule malate al tessuto del midollo osseo, che poi innesca i meccanismi della farmaco-resistenza. Ultilizzando questi peptidi appena sviluppati, invece, le nanoparticelle sarebbero in grado di legare i recettori e impedirebbero alle cellule tumorali di aderire al tessuto del midollo osseo.
Inoltre, queste particelle portano con sé il farmaco chemioterapico. Quando una particella si attacca ad una cellula malata, la cellula rapidamente assume le nanoparticelle e, solo da questo momento, viene rilasciato il farmaco in grado di rompere il DNA cellulare, causando la morte della cellula tumorale.
“La nostra ricerca sui topi dimostra che la formulazione delle nanoparticelle riduce gli effetti tossici della doxorubicina sugli altri tessuti come reni e fegato”, ha affermato Tanyel Kiziltepe, ricercatore del dipartimento dell’ ingegneria chimica, biomolecolare e biochimica dell’Università di Notre Dame. “Riteniamo che ulteriori ricerche mostreranno che anche il cuore sarebbe meno colpito. Questo potrebbe fortemente ridurre gli effetti collaterali di questa chemioterapia.”
Prima di cominciare la sperimentazione clinica sull’uomo, il team ha in programma di progettare ulteriori studi e esperimenti più precisi per migliorare la progettazione delle nanoparticelle.
Il risultato di questa ricerca viene descritto sull’ultimo numero della rivista Nature’s Blood Cancer Journal.