Ricercatori giapponesi sono riusciti per la prima volta a creare cellule del sistema immunitario chiamate linfociti T killer che possono avere cellule tumorali come bersaglio. Le cellule killer sono ottenute da cellule staminali pluripotenti indotte (cellule iPS). In futuro i ricercatori sperano di riuscire a produrre sufficienti quantitativi di cellule killer da poter iniettare al paziente per sconfiggere non solo il cancro, ma anche il virus dell’HIV.
Per creare queste cellule killer, la squadra del Centro di ricerca giapponese RIKEN ha dovuto riprogrammare linfociti T specializzati ad uccidere un certo tipo di tumore, in cellule iPS. Le cellule iPS hanno quindi generato linfociti T cancro-specifici completamente attivi. Questi linfociti rigenerati da cellule iPS potrebbero potenzialmente servire come terapia futura contro il cancro, affermano i ricercatori.
Precedenti ricerche hanno dimostrato che i linfociti T killer prodotti in laboratorio con metodi convenzionali sono inefficaci nell’uccidere le cellule tumorali, soprattutto perché hanno una breve durata di vita, il che limita il loro uso come trattamento per il cancro. Per ovviare a questi problemi, i ricercatori giapponesi guidati da Hiroshi Kawamoto, che hanno presentato i loro risultati nella rivista Cell Stem Cell il 4 gennaio, hanno riprogrammato linfociti T killer umani maturi in cellule iPS e studiato come queste ultime si differenziano.
Il team ha indotto linfociti T killer specifici per un certo tipo di cancro della pelle a riprogrammarsi in cellule iPS, esponendo i linfociti ai ‘fattori Yamanaka’, un gruppo di composti che inducono le cellule a tornare ad uno stato non specializzato, di pluripotenza. Le cellule iPS ottenute sono state poi coltivate in laboratorio e indotte a differenziarsi in linfociti T killer di nuovo. Questo nuovo gruppo di linfociti T ha dimostrato di essere specifico per lo stesso tipo di cancro della pelle, esattamente come i linfociti originali: hanno mantenuto cioé la riorganizzazione genetica, consentendo loro di esprimere il recettore presente sulla loro superficie, che era cancro-specifico. I nuovi linfociti T hanno anche dimostrato di essere attivi per produrre una sostanza anti-tumorale, il gamma interferone.
“Siamo riusciti a l’espansione di antigene-specifiche cellule T, rendendo le cellule iPS e differenziazione di nuovo in cellule T funzionali. Il prossimo passo sarà quello di verificare se queste cellule T possono uccidere selettivamente le cellule tumorali, ma non le altre cellule del corpo. Se lo fanno, queste cellule potrebbero essere iniettate direttamente nei pazienti per la terapia. Ciò potrebbe essere realizzato in un futuro non troppo lontano. ” spiega il dottor Kawamoto.