Si salvano i fiumi Melfa (Lazio), il Tagliamento (Friuli Venezia Giulia), l’Angitola e il Ciane (Calabria). Incredibile ma vero, questi sono i soli fiumi d’Italia in buona salute. La situazione negli altri corsi d’acqua va da pessima a grave, e il maggior pericolo sono le discariche lungo gli argini, che rischiano di riversare materiali altamente tossici in acqua, come l’amianto. Ad esempio, lungo il Volturno cono state conteggiate ben 65 discariche, mentre sull’Agri si contano 51 i depositi di rifiuti, come denunciato dal Wwf in uno studio.
”E’ indispensabile e urgente un impegno più deciso di tutte le istituzioni per garantire e raggiungere il ‘buono stato ecologico’ degli ecosistemi d’acqua dolce entro il 2015, come previsto dalla Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE ”. Lo ha dichiarato il Presidente del WWF Italia, Stefano Leoni aprendo il Convegno Fiumi d’Italia che si è svolto oggi a Roma, presso il Palazzo Valentini, nel corso del quale sono stati illustrati i contenuti del Dossier realizzato da 600 volontari, una fotografia dei 30 principali corsi d’acqua: 4 su 30 sono ‘malati’ di cemento, incuria e escavazioni abusive, discariche di inquinanti anche pericolosi come l’amianto.
In totale ci sono 165 discariche abusive. Per di più, dei tratti fluviali censiti dal Wwf, ben 12 sono interessati da depositi o presenza di eternit, e “lungo il Volturno delle 65 discariche rilevate oltre la metà contenevano amianto”.
Momento clou dei lavori, la firma dell’accordo tra WWF Italia e lo Spinning Club Italia, una collaborazione tra ambientalisti e pescatori cosiddetti ‘ricreativi’ (non sportivi, non professionali) per difendere i fiumi d’Italia.
Il WWF ha anche presentato progetti e proposte per la riqualificazione fluviale come quello di riforestazione nel Po mantovano, o di trasformazione dei terreni agricoli in aree ‘libere’ per far scorrere in sicurezza l’Esino nelle Marche, o di conservazione della Trota marmorata, una delle specie inserite nella Lista Rossa dei pesci a rischio estinzione, effettuata nell’Adda fino a quelli di educazione ambientale realizzati nel fiume Aniene in collaborazione con la Provincia di Roma.
Nell’illustrare i vari progetti da ‘clonare’ in altre aree fluviali per riportare ad uno stato di naturalità i nostri corsi d’acqua, il WWF ha anche anticipato i contenuti del nuovo sistema di eco-certificazione degli impianti idroelettrici che risolverebbe, almeno in parte, il problema della diffusione indiscriminata di questi impianti. Il progetto europeo CH2OICE, al quale partecipa il WWF Italia, promuove, infatti, adeguati criteri per il ”bollino verde” ai sistemi idroelettrici che rispettano il più possibile l’integrità del bacino idrografico in tutte le sue componenti ambientali. E’ stata così sviluppata, con il contributo di esperti provenienti da 5 paesi europei (Italia, Slovenia, Francia, Slovacchia e Spagna), una metodologia di certificazione tecnicamente ed economicamente fattibile per la produzione di energia idroelettrica che, da una parte, consente ai produttori di verificare volontariamente la compatibilita’ dei loro impianti con il buono stato ecologico dei corsi d’acqua interessati, dall’altra, permette agli enti pubblici e agli utilizzatori finali di verificare l’effettiva sostenibilità ambientale dell’energia prodotta. Il lancio ufficiale a livello europeo di questo marchio di certificazione avverrà il 25 febbraio a Roma.