Si aprirà domani a Venezia la II Conferenza Governativa sull’amianto. In attesa dell’apertura le associazioni ambientaliste e quelle delle vittime dell’amianto lanciano l’allarme perchè i mezzi dispiegati per affrontare l’emergenza non sembrare essere affatto sufficienti.
Tetto in amianto. Dal dopoguerra al 1992, quando l’Italia vietò l’uso dell’amianto, circa 3,7 milioni di tonnellate di amianto sono sono state usate in oltre 3.000 prodotti tuttore presenti nel nostro paese
Il problema dell’amianto, stanti così le cose, non si risolverà che per il 2100. E’ quello che pensano gli ambientalisti, preoccupati da un situazione che, nonostante le strategie messe in campo, sembra essere sottovalutata.
Sono più di 32 milioni le tonnellate di amianto nel Paese e 34.148 i siti da bonificare, mentre a 20 anni dalla messa al bando la fibra ”continua a causare oltre 2mila vittime all’anno”: l’emergenza sanitaria ”è alta”. Queste le parole delle associazioni, da Legambiente all’Associazione Italiana Esposti Amianto. ”La bonifica procede lentamente”, tanto che ”ai ritmi attuali dovremmo convivere con l’amianto almeno fino al 2100”, per non parlare dello smaltimento, con ”il 75% dei rifiuti prodotti” che secondo dati Ispra viene spedito in Germania perche’ in Italia mancano discariche ad hoc.
E’ compito del Governo occuparsi con maggiore coinvolgimento del problema, ad esempio accogliendo la mozione del senatore Felice Casson del Pd che indica tre priorità: risanamento ambientale, sorveglianza sanitaria e risarcimento delle vittime.
Quante sono le vittime dell’amianto in Italia? 900 ogni anno solo per mesotelioma pleurico, mentre gli epidemiologi ”prevedono alcune decine di migliaia di casi nei prossimi anni”, spiegano gli ambientalisti che denunciano che dopo 20 anni non c’è ancora una stima definitiva, e nononostante tutto continuano le attività estrattive pericolose, come quelle delle pietre verdi e delle ofioliti.
Fonte: ANSA