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Il dilemma nucleare cinese

Un report dettagliato sulle armi nucleari in Cina evidenzia il rischio di un'escalation da un possibile conflitto con armi convenzionali a una guerra nucleare, a causa dell'insolita struttura dell'esercito nazionale.

Scritto da Giulia Chiarenza il 21.09.2012

Los Angeles- Un report dettagliato sulle armi nucleari in Cina evidenzia il rischio di un’escalation da un possibile conflitto  con armi convenzionali a una guerra nucleare, a causa dell’insolita struttura dell’esercito nazionale. Lo studio, inizialmente disponibile solo in cinese, è apparso su  Bulletin of the Atomic Scientists, pubblicato da SAGE. Gli autori credono che si tratti del primo studio non-governativo ed esaustivo sulle strategie nucleari delineate dalla Cina.  

John W. Lewis e Xue Litai, del Centro per la Sicurezza Internazionale e del Centro per la Sicurezza e Cooperazione Internazionale della Stanford University sostengono che lo sviluppo esclusivo  di missili balistici moderni incida in maniera decisiva sul piano militare del paese. 

Jiang Zemin, capo della Chinese Central Military Commission (CMC) dal 1989 al 2004, per primo fece notare come la relazione tra “arma convenzionale” e “scudo nucleare” fosse l’unico deterrente per la Cina. La possibilità di combinare o lanciare simultaneamente missili convenzionali e nucleari è ritenuta una risorsa fondamentale sia da un punto di vista militare che politico, ma genera anche significative incertezze.

“Il principale dilemma per gli strateghi militari deriva dallo sviluppo di due tipi di missili sulle medesime basi, con potenzialità e fini decisamente differenti” sostengono Lewis e Xue.

L’articolo sottolinea che i missili nucleari di Pechino costituiscono un deterrente ad un conflitto nucleare in Cina, e l’uso è previsto solo in extremis. Allo stesso tempo, le armi convenzionali devono essere le prime pronte a colpire. Gli obiettivi nemici non saranno in grado di distinguere immediatamente se i missili siano convenzionali o nucleari.  Ciò, secondo gli studiosi, potrebbe causare conseguenze disastrose. I nemici potrebbero sentirsi giustificati a colpire i sistemi di comando e controllo nei quartieri generali della Second Artillery. Nel peggiore dei casi, l’autodifesa cinese tramite missili convenzionali potrebbe dar luogo  alla distruzione di quelli nucleari per rappresaglia. 

“L’escalation verso una guerra nucleare potrebbe accellerare e diventare inevitabile.”

Le politiche che hanno previsto la convivenza di armi convenzionali e nucleari nella stessa base potrebbero causare e non scoraggiare uno scambio nucleare.

Gli strateghi militari cinesi invece, confidano che il lancio di armi convenzionali da basi nucleari possa dissuadere da una risposta diretta, perchè la vittima dell’attacco si pressuppone possa temere le conseguenze di tale risposta. 

La strategia generale di difesa di Pechino si è evoluta in maniera significativa negli ultimi decenni. E’ un tema piuttosto delicato e difficilmente viene affrontato pubblicamente. Passo dopo passo, i meccanismi di difesa sono diventati sempre più complessi e i missili convenzionali e nucleari hanno subito variazioni per quanto riguarda i loro scopi. Nel 2006 strategie nucleari deterrenti sono subentrate ufficialmente. 

Durante gli anni 90 c’è stata l’introduzione di nuovi missili convenzionali con piccolo-medio raggio, ma questi non sono stati destinati alle forze armate regolari, bensì aggiunti alla Second Artillery, che si occupa delle risorse nucleari. E, di fatto, fino ad oggi, sia i missili convenzionali che quelli nucleari vengono gestiti dalle basi nucleari della Second Artillery. 

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