Il Ministero della Salute ha diffuso una comunicazione sull’uso di tisane e integratori alimentari.
Secondo il Ministero questi prodotti sono utili per favorire il naturale funzionamento dell’organismo, ma non possono curare delle patologie.
Inoltre, se usati contemporaneamente con altri farmaci possono innescare effetti indesiderati.
Le fasce più a rischio rispetto all’uso di questi prodotti sono le donne in gravidanza e in allattamento e i bambini. Il Ministero consiglia di consultare sempre il medico, soprattutto in questi casi, per l’uso di tisane e integratori alimentari.
Tutte le case farmaceutiche produttrici di integratori sono state invitate a inserire sui prodotti in questione una dicitura che inviti i consumatori a consultare il medico prima di consumare tisane e integratori.
Ultimamente si assiste ad un dilagare di pubblicità che vanta effetti farmaceutici di sciroppi, compresse e pomate a base di erbe registrati “dispositivi medici”. Qui lo stratagemma di mercato è abbinare il termine “medico” e non “alimentare” (integratore alimentare) anche a prodotti di derivazione erboristica, senza dover necessariamente dimostrarne a priori l’efficacia secondo criteri medico-farmaceutici: un ‘sistemino’ per aggirare i problemi legati all’iter di registrazione di un farmaco e al giro di vite che subiranno da parte dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare gli integratori alimentari. Ciò nonostante l’art. 1 D. Lgs. 46/97 reciti: “…il quale prodotto non eserciti l’azione principale, nel o sul corpo umano, cui è destinato, con mezzi farmacologici o immunologici né mediante processo metabolico…”. Inoltre nella pagina web “Dispositivi medici – Prodotti borderline” del Ministero della Salute si legge: ” La destinazione d’uso del dispositivo medico che, comunque, deve essere in ogni caso connotabile con una finalità medica, dovrebbe dirimere ogni dubbio di demarcazione con prodotti che non devono vantare tale finalità, come cosmetici, erboristici, integratori alimentari, apparecchiature estetiche”.