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Morto Masao Yoshida, eroe di Fukushima. Oggi Greenpeace denuncia nuovo innalzamento di radioattività

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 10.07.2013

E’ morto Masao Yoshida ex direttore generale del dipartimento delle risorse nucleari alla compagnia giapponese Tepco.

Masao Yoshida aveva 58 anni ed è morto di cancro all’esofago. In una nota, la Tepco, che gestisce l’impianto di Fukushima così come altri, ha tenuto a precisare che il cancro che ha ucciso Yoshida non è riconducibile alle radiazioni che lo stesso avrebbe assorbito durante l’incidente del marzo 2011.

Masao Yoshida

Yoshida rimase a dirigere il disastro durante le tre fusioni sapendo che rischiava la vita. Aveva infatti dichiarato:”Ci sono stati diversi momenti in cui ho pensato che saremmo tutti morti qui. Temevo che la centrale sfuggisse al nostro controllo e presto sarebbe tutto finito”

Yoshida viene ricordato per la sua forza nel relazionarsi anche con i suoi superiori e per la premura con cui trattava i suoi dipendenti. Tutti ricordano che nei momenti difficili riusciva a tenere compatto il gruppo di lavoro mantenendone alto il morale.

“Ha letteralmente messo a rischio la propria vita nella gestione dell’incidente”, ha detto il direttore della Tepco in un comunicato. “Terremo i suoi desideri nel cuore e faremo il massimo per la ricostruzione di Fukushima, che lui ha cercato di salvare a ogni costo”.

Nel frattempo è di oggi la notizia che Greenpeace ha registrato un nuovo balzo della radioattività alla centrale nucleare di Fukushima, nei campioni di acqua prelevati da un pozzo di osservazione vicino all’impianto. La Tepco ha infatti reso noto che le concentrazioni di Cesio 134 sono salite da 9 mila a 11 mila Bq/l e quelle di Cesio 137 da 18 a 22 mila Bq/l.

“La Tepco dovrebbe usare tutte le sue risorse per impedire che questo accada. Purtroppo la contaminazione delle falde acquifere è solo un altro esempio di come il disastro sia lontano dall’essere stato contenuto” commenta Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia.

Secondo Greenpeace che sta compionando i frutti di mare in 5 porti dell’area, la contaminazione da radioattività arriva anche a 55 chilometri dalla centrale. Il futuro dei pescatori locali è quanto mai incerto, visto che la pesca è sospesa.

“L’industria nucleare giapponese non è chiaramente in grado di gestire le conseguenze del disastro di Fukushima. L’unica misura preventiva reale per evitare di trovarci in futuro in simili circostanze è quella che prevede l’abbandono del nucleare e il passaggio rapido alle fonti rinnovabili” conclude Onufrio.

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