Greenpeace ha prodotto un report shock sul livello di contaminazione dell’area di Fukushima. Secondo il report dell’associazione le centraline per il rilevamento della radioattività sono state in aree decontaminate in cui la radioattività è chiaramente più bassa. Ma basta allontarsi di poche centinaia di metri perchè i livelli di contaminazione si alzino in maniera preoccupante.
Sono state tre le squadre di monitoraggio di Greenpeace che si sono recate nella regione di Iitate per registrare i livelli di contaminazione.
Greenpeace aveva raccolto l’allarme lanciato dalla Association for Citizens and Scientists Concerned About Internal Radiation Exposures riguardo alla manipolazione dei dati da parte del governo giapponese.
Non era la prima volta che Greenpeace riceveva una segnalazione del genere: a marzo era successo un episodio simile. In un parco alla periferia di Watari Greenpeace aveva trovato una centralina posizionata in un’area decontaminata. I dati della centralina non era certo attendibili. Infatti nel resto del parco i livelli di contaminazione erano molto elevati.
Tra il 16 ottobre e il 19 ottobre, Greenpeace ha controllato 40 centraline in tutta Fukushima. Per il 75% di queste, le letture delle radiazioni in prossimità dei posti erano più basse delle letture per le loro immediate vicinanze. I livelli di contaminazione nel raggio di 25 metri dai posti erano fino a sei volte superiori.
Le autorità sostengono che l’informazione che le aree dove sono poste le centraline sono state decontaminate viene data insieme ai dati, ma Greenpeace sottolinea che l’impressione che se ne riceve è che le aree siano meno contaminate di quanto non lo siano realmente.
Il rischio di contaminazione è alto. E secondo Greenpeace le operazioni di decontaminazione non sono fatte in maniera accurata: basta poco, secondo l’associazione, “ogni folata di vento, tempesta di pioggia, o in primavera lo scioglimento delle nevi può portare nuove concentrazioni di radiazioni giù dalle colline. Dire che le autorità sono ottimiste è un eufemismo. Tutto quello che attualmente il governo può offrire alle comunità di Iitate è una falsa speranza.”
La gente di Iitate intervistata da Greenpeace non ha speranza che la vita torni quella di prima e non ha speranza che il governo possa fare qualcosa per risolvere la situazione.
Il report, secondo Greenpeace, mette in luce l’incapacità del governo giapponese di fronteggiare la situazione e di ammettere la reale portata del disastro di Fukushima. Se così fosse si ammetterebbe forse che quei luoghi sono persi per sempre e che il tentativo del Governo giapponese attualmente in atto di ripopolare le zone interessate dall’incidente è del tutto fuori luogo.
Secondo Greenpeace la priorità del Governo deve essere la salute delle persone e questa passa necessariamente per una seria ammisione di quale sia la situazione attuale, perchè la gente sappia realmente come fare per proteggersi.