“Basta slot” si legge nei cartelli che i manifestanti portano in strada a Pavia, capitale delle slot machine. Ce n’è una ogni 110 abitanti, con una spesa media pro-capite che oscilla attorno ai duemila euro l’anno, una quantità di denaro inimmaginabile.
Perché la gente, spesso in situazioni economiche difficili, gioca alle slot? E’ come chiedere a chi fuma perché lo fa: è un vizio, un’ossessione, una -patia. E infatti viene chiamata dagli addetti ai lavori ludopatia, la “malattia del gioco d’azzardo”.
Si sono ritrovati per le strade di Pavia a gridare basta al gioco autorizzato dallo stato associazioni, movimenti, sindacati e volontari.
Il gioco d’azzardo è ormai la terza impresa italiana per fatturato, mentre le fabbriche chiudono. Nel 2011 ha raccolto circa 80 miliardi di euro, pari a parecchie manovre economiche lacrime e sangue.
“A che gioco giochiamo?! Riprendiamoci il gusto della vita” è lo slogan scritto sul volantino diffuso durante la manifestazione nazionale della “cittadinanza responsabile” di Pavia, una città piena di contraddizioni e dove, al posto di un centro di aggregazione giovanile, è sorto un piccolo casinò.
I partecipanti alla fine sono circa 400 contro “il gioco d’azzardo e i governi biscazzieri”.