Dopo aver ripetutamente chiesto all’Assessore alla Sanità della Regione Piemonte, Antonio Saitta, una legge che vieti di tenere i cani alla catena, legge presente in tutte le Regioni del Centro Nord, finalmente l’Assessore ha risposto.
Non riporterò qui tutta la lettera, ma solo alcune parti. Il parere mio e di altri richiedenti è che dire che le cose vanno bene così, non ci soddisfa affatto, le argomentazioni dell’Assessore sono infatti ben poco convincenti.
L’Assessore esordisce ricordando che in Piemonte la situazione del benessere animale è buona e infatti proprio perché riconosciamo ai Piemontesi, e alla Regione, una particolare sensibilità verso gli animali, abbiamo avanzato la nostra richiesta.
In seguito, ed è la cosa che mi ha molto colpito da parte di un politico, l’Assessore dice che, se una legge non è verificabile, tanto vale farla, meglio il buon senso.
Ecco il passo “La norma della Regione Piemonte mi pare essere di buon senso: invita a non tenere i cani legati, ma qualora questo sia necessario fissa un criterio che lascia un ampio margine di movimento all’animale (che è l’obiettivo della norma sul benessere degli animali). E mi pare assai più utile insistere sui controlli, piuttosto che indicare limitazioni o eccezioni che poi sono difficilmente verificabili “
Io, al contrario dell’Assessore, credo nella Legge, credo che la Legge non solo debba punire chi non la rispetta, non solo debba tutelare soprattutto i più deboli (come appunto i cani), ma debba aprire una strada, dettare un costume, indicare un nuovo modo di intendere le cose.
É chiaro che una legge che vieti la catena non la farà subitosparire, non si potrà controllare tutto, ma si indicherà una via, un mutamento, in meglio, della considerazione dei soggetti: uomo e animale.
Per esempio, a me è successo alcune volte di segnalare delle situazioni di maltrattamento del cane, ma il Comune, l’Autorità competente che può fare secondo la legge regionale? Può dire al padrone: “metti una catena più lunga e a scorrimento”.
Non può dire “qui la catena non serve toglila”, perché da nessuna parte nella legge del Piemonte ci sono delle limitazioni, se non una troppo, troppo generica dicitura “qualora si renda necessaria”. Ma cosa vuol dire? Quando è necessaria la detenzione a catena?
Io preferirei una legge in cui si specifichino le limitazioni, in cui si dica quando è necessaria la catena, piuttosto che non dire nulla e lasciare al libero arbitrio, con la concreta possibilità di giustificare qualsiasi situazione.
In conclusione io esorto l’Assessore a fare di più: una legge in cui il cane non deve MAI essere tenuto a catena, ma, se è necessario, chiuso in un recinto (non una gabbia le misure siano adeguate). Sarebbe una legge apripista, sarebbe un esempio per le altre Regioni. Invece che un assessore un po’ pilatesco, sarebbe un assessore che apre nuove possibilità.
Mi auguro di essere stata chiara, mi attendo altrettanto dall’Assessore e dal suo staff. Dando per scontato che il benessere animale interessa davvero a questa amministrazione.
In ogni caso spero che altri vogliano far sentire la loro voce, basta scrivere due righe a questo indirizzo: assessore.sanita@regione.piemonte.it