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Chi difende veramente i parchi?

Scritto da Renzo Moschini il 25.10.2013

Se lo chiede Legambiente dopo la presa di posizione di Repubblica che ha criticato insieme a molte associazioni ambientaliste il voto del Senato sulle modifiche alla legge 394. 

In queste proteste Legambiente vi scorge  addirittura ricerca di ‘scoop’, di vecchie posizioni ideologiche e grida scomposte dei soliti noti e persino delle caste a cui on va bene mai nulla.

E’ vero invece che troppi silenzi a partire dalle regioni e anche qualche esitazione di troppo del ministero a dire la senza far finta di niente non aiutano a fare chiarezza.

Foto: Maria di Gregorio

Foto: Maria di Gregorio

Ma da questo  a dire che certe modifiche sono giuste e urgenti se vogliamo rilanciare i parchi ce ne corre perché una serie di intoppi, che la nota di Legambiente ricorda hanno ben poco a che fare con la legge perché dipendono e da tempo dalle scelte e dalla volontà politica innanzitutto del ministero e poi delle regioni e degli enti locali che sono i titolari della gestione dei parchi e della aree protette oggi sempre più anche in rapporto all’unione europea. Non c’è nulla di ideologico a sostenere che sarebbe l’ora che da Roma -come prevedeva la 394- si lavori finalmente per costruire un sistema nazionale di aree protette che le coinvolga tutte a partire da quelle marine considerate da sempre ‘roba ministeriale’ con gli effetti che sappiamo. C’entra qualcosa la 394 se un parco nazionale come quello dell’Arcipelago Toscano non ha ancora la sua area marina perimetrata e in gestione. O se ha un presidente ma non un consiglio. C’entra qualcosa con la legge se parchi sono commissariati per interminabili periodi?

Certo che le leggi si possono modificare se le  migliorano e non se ne fa un pretesto per peggiorare le cose. Se ad esempio si pretende che il piano del parco che ora non si è riusciti a fare nella maggior parte dei parchi nazionali (in quelli regionali si) dovrebbe autorizzare per far pagare attività incompatibili con i suoi compiti e le sue finalità.

E non si miglioreranno certo le cose se come sostiene Legambiente di immetteranno rappresentanze di categorie  negli enti parco.

Renzo Moschini

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