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Cosa proporremo al ministro Orlando

Scritto da Renzo Moschini il 29.11.2013

L’incontro alla Scuola Sant’Anna di Pisa per  discutere  le proposte del Gruppo di San Rossore sui parchi e le aree protette ha confermato –come ha detto il ministro Orlando nella sua lettera – la sua utilità ‘per continuare a produrre contributi sul tema da riassumere all’attenzione della politica e delle istituzioni tutte’. Il ministro per questo ci ha invitati  a presentarle in una commissione di lavoro nell’incontro nazionale dell’11 dicembre a Roma promosso dal ministero. Cosa che faremo con una nostra delegazione di esperti specialmente sulle questioni istituzionali riguardanti il ruolo dei parchi e delle aree protette nella gestione e governo del territorio sotto il profilo ambientale che in questi anni ha registrato al pari del suolo e del paesaggio una vera crisi che è sotto gli occhi di tutti.

Balenottera comune

Una crisi che nasce prima ancora che dai tagli di risorse dalla  emarginazione e penalizzazione delle politiche di programmazione di cui la Sardegna ci offre uno spaccato drammatico.

Proporremo innanzitutto al ministero  di intervenire sulla Commissione ambiente del Senato perché la discussione in corso sulle modifiche alla legge 394 non può ignorare come finora ha fatto in tutti i tre testi le sedi e gli strumenti ministeriali abrogati da anni e che impediscono qualsiasi politica  in grado di costruire finalmente un sistema nazionale  di parchi e aree protette. In particolare questo dovrà riguardare il ruolo delle aree protette marine che devono essere finalmente integrate –e non più assurdamente separate- dalle altre. L’altra esigenza è quella di depennare dal testo in discussione tutta una serie di aspetti risolvibili al di fuori della legge che lì sono presi a pretesto, ad esempio, ridurre il ruolo di rappresentanza dei designati dalle comunità del parco a fatto meramente tecnico anziché istituzionale, così come i direttori dei parchi non possono essere scelti dal presidente senza concorso e a sua totale discrezione che nessuna istituzione può permettersi.

Se la legge deve andare avanti richiede perciò aggiunte importanti ed anche cancellazioni non meno rilevanti. Questo proporremo al ministro sulla base del nostro Quaderno sul futuro che vogliamo per le aree naturali protette. 

Si tratta di un impegno che riguarda innanzitutto il ministero e il parlamento, ma non minore è quello che urge da parte delle regioni e degli enti locali che in troppi casi hanno tirato –male- a campare.

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