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Fecondazione assistita, mamme sempre più vecchie

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 12.07.2012

Fecondazione assistitaAumenta il ricorso alle tecniche di fecondazione assistita in Italia, e l’età delle mamme cresce. Sono queste le principali novità presentate dal Ministero della Salute nella sua relazione 2012 sullo stato di attuazione della legge per la procreazione assistita relativa al 2010.

“Dall’entrata in vigore della legge 40 – si legge nella relazione – si evidenzia la tendenza ad un aumento costante delle coppie che accedono alle tecniche di PMA, dei cicli iniziati, delle gravidanze ottenute e dei bambini nati.”

Sono le tecniche con gameti freschi (tecniche ‘a fresco’) a crescere maggiormente, con un incremento del 9,9% rispetto all’anno 2009 (52.676 cicli iniziati nel 2010 contro 47.929 cicli iniziati nel 2009). Le gravidanze ottenute con queste tecniche hanno subito un incremento del 10,5% (10.988 nel 2010 contro 9.940 nel 2009) ed i nati vivi un incremento del 15,5% (9.286 nel 2010 contro 8.043 nel 2009). Dal 2005 al 2010 continuano inoltre ad aumentare le percentuali di gravidanze su cicli, su prelievi e trasferimenti, indicatori dell’efficacia delle tecniche PMA. I dati raccolti indicano quindi un trend costante di aumento nell’accesso alle tecniche PMA, delle gravidanze e dei nati vivi, nonchè dell’efficacia delle tecniche PMA.

Anche nel 2010 si assiste ad un incremento dell’età delle donne che accedono alle tecniche di PMA: aumenta infatti l’età media delle pazienti, che passa a 36,3 anni nel 2010; al di sopra del corrispettivo dato europeo che, per il 2007, si attestava ad un valore di età media di 34,4 anni. E’ ben noto come gli esiti positivi delle procedure siano in rapporto all’età delle donne, ed in Italia ben il 29,2% dei cicli a fresco – più di uno su quattro – è effettuato da pazienti con età superiore ai 40 anni: anche questo dato è in aumento rispetto al 2009, quando era il 28,2%. Allo stesso tempo, si riduce la numerosità dei cicli a fresco effettuati su pazienti con età inferiore a 35 anni. Considerando che l’aumento dell’età media delle donne incide negativamente sui risultati delle tecniche PMA, il continuo incremento della percentuale di gravidanze e dei nati vivi può considerarsi un risultato più che soddisfacente per l’applicazione delle tecniche PMA nel nostro Paese.

Le ridotte probabilità di ottenere una gravidanza già da età successive ai 40 anni sono inoltre gravate da una alta percentuale di esiti negativi della gravidanza stessa, aborti spontanei, aborti volontari, morti intrauterine, gravidanze ectopiche: 37,6% tra i 40 e 42 anni e 51,0% con età superiore ai 42 anni.

La percentuale dei nati vivi con malformazione è lo 0,6% con le tecniche di II e III livello, a fronte dello 0,7% con tecniche di I livello, valori che sono in linea con lo 0,8% che si ha nella popolazione generale, cioè nei nati sia con concepimento naturale che con tecniche di fecondazione assistita.

I parti gemellari da tecniche a fresco nel 2010 rimangono costanti, mentre si registra una riduzione dei parti trigemini: dal 2,7% del 2008 al 2,4% del 2009, all’1,9% nel 2010.

Le complicanze per iperstimolazione ovarica rappresentano lo 0.31% dei cicli iniziati da tecniche a fresco, dato sensibilmente inferiore alla media europea.

Infine la relazione evidenzia l’importanza della prevenzione delle cause di infertilità, “auspicando che le attività intraprese di comunicazione e di ricerca possano contribuire a modificare gli stili di vita e condurre alla diagnosi ed agli eventuali trattamenti in tempi opportuni al fine di accrescere le possibilità di risultati positivi”.

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