La subfertilità maschile è un problema relativamente diffuso, che interessa un uomo su 20. Le sostanze chimiche dette specie reattive dell’ossigeno (ROS, o Radicali dell’ossigeno) si dice che causino danni alle cellule, e in particolare alle cellule dello sperma, che possono provocare una abbassamento nella conta spermatica ed interferire con la loro capacità di fertilizzare le uova. Gli antiossidanti sono sostanze chimiche naturali o sintetiche, tra cui alcune vitamine e minerali, che aiutano a ridurre i danni causati dai ROS.
Lo studio, che comprende 34 ricerche condotte su 2.876 coppie sottoposte a tecniche di procreazione assistita come la fertilizzazione in vitro o la fecondazione assistita. La maggior parte degli uomini negli studi avevano una conta spermatica bassa o una scarsa motilità dello sperma. Le prove hanno esplorato l’utilizzo di diversi tipi di antiossidanti per via orale, tra cui la vitamina E, la L-carnitina, zinco e magnesio.
Rispetto al gruppo di controllo, le coppie avevano più probabilità di avere una gravidanza o il parto se l’uomo aveva preso antiossidanti. Tuttavia, questi risultati sono basati solo su 964 coppie per le gravidanze e su 214 coppie che sono riuscite a portare a termine la gravidanza. Altri studi hanno testato gli effetti degli antiossidanti sulla motilità spermatica e sulla concentrazione e hanno mostrato effetti positivi, anche se le dimensioni del gruppo di studio erano piccole.
“Quando si cerca di concepire e si fa parte di un programma di procreazione assistita, può essere consigliabile incoraggiare gli uomini a prendere integratori di antiossidanti per via orale per migliorare le possibilità delle loro partner di rimanere incinte”, ha detto la ricercatrice Marian Showell, che lavora nel reparto Ostetricia e Ginecologia presso l’Università di Auckland, in Nuova Zelanda. “Tuttavia, queste conclusioni sono attualmente basate su prove limitate”.
Non ci sono dati sufficienti per confrontare differenti antiossidanti o per raggiungere alcuna conclusione circa l’efficacia relativa degli integratori. “Abbiamo bisogno di più test comparativi per capire se qualche antiossidante funziona di un altro”, ha conclusoShowell.