Anie-Gifi, Assorinnovabili e Comitato Ifi, le principali associazioni di settore, hanno deciso di scrivere una lettera aperta, tramite una pagina del quotidiano Repubblica, al Ministro dello Sviluppo Economico Zanonato.
Il tema è naturalmente quello del rilancio delle rinnovabili, fotovoltaico in particolare, come mezzo per il rilancio dell’economia italiana, grazie all’indotto creato ed al miglioramento della qualità della vita.
La lettera, intitolata “Continuare ad investire nel fotovoltaico non come costo ma come opportunità”, esplora quella che è stata la storia di un settore normativamente tartassato, che ora cerca di mantenersi in piedi anche dopo la fine del periodo incentivante, e fa un bilancio su quello che sinora ha significato investire nelle tecnologie verdi.
Le associazioni spiegano che il saldo costi/benefici degli incentivi alle rinnovabili è largamente positivo e pari a oltre 50 miliardi di euro, che il costo della tecnologia si è ridotto del 72% in cinque anni e che oggi sono oltre 130 mila gli addetti al settore delle rinnovabili.
Certo, la regolamentazione poteva essere per alcuni aspetti migliore, i consumi sono dimuiti per diverse cause, ma di certo abbiamo il fatto che solo nel 2013 in Italia con il fotovoltaico le emissioni di CO2 sono state ridotte di 9,6 milioni di tonnellate. Questo a fronte di un costo in bolletta, dovuto alle tariffe incentivanti, di nove euro al mese per abitante. Spese molto più esose sono state sostenute dai governi per incentivare altre iniziative, anche discutibili.
È anche il raggiungimento della famosa indipendenza energetica, ottenibile mediante la generazione distribuita, che spinge i redattori della lettera a chiedere un prolungamento degli investimenti sulle FER. In particolare vengono richieste garanzie sugli obiettivi al 2030 di rinnovabili, efficienza energetica e riduzione delle emissioni, e programmi di espansione efficiente delle infrastrutture necessarie.
Insomma una lettera che illustra, numeri alla mano, i risultati positivi raggiunti e che pretende dal governo almeno una programmazione in grado di mantenere in moto il mercato che si è sviluppato durante questi anni di Conti Energia.