Gaianews

Nuovo cartello di associazioni ambientaliste contro la SEN

Nella nota trasmessa ai principali Ministri interessati (Finanze, Sviluppo economico, Ambiente, Beni culturali, Agricoltura, Turismo, Coesione territoriale) oltre al premier Monti, si richiama la preoccupazioneper il vilipendio di valori territoriali tutt’ora in atto, a causa di errori disastrosi commessi in questi anni e che, invece di essere affrontato, rischia di essere aggravato senza contropartite

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 06.11.2012

Mentre la Fondazione Symbola rilancia la green economy, un nuovo cartello di associazione ambientaliste chiedono al Governo una nuova regolamentazione sulle energie rinnovabili: gli incentivi sono sproporzionati e minacciano il paesaggio e l’ambiente.

Pannelli fotovoltaici sulle barriere fonoassorbenti dell'autostrada A22

Sono ancora eccessive le possibilità di sviluppo delle rinnovabili energetiche secondo un nuovo cartello di associazioni ambientaliste, ALTURA, Amici della Terra, Comitato Nazionale del Paesaggio, Comitato per la Bellezza, Italia Nostra, LIPU-Birdlife Italia, Mountain Wilderness, Movimento Azzurro, Stop al Consumo di Territorio, VAS, che chiedono che i fondi destinati a questo comparto  siano reindirizzati su trasporto pubblico, ricerca in campo tecnologico, e altre tecnologie per l’abbattimento di Co2. Secondo gli ambientalisti  la nuova SEN (Strategia Energetica Nazionale), porterà nuovi scempi al paesaggio e danni ambientali, senza combattere seriamente  gas serra.

Dopo le proteste delle associazioni legate al fotovoltaico per il tanto criticato V Conto Energia, arriva quella delle associazioni ambientaliste che ritengono ancora eccessiva la spinta del governo sul fotovoltaico che dovrebbe essere moderata e limitata esclusivamente ai tetti degli edifici di nessun pregio storico, artistico o paesaggistico. 

“Nella SEN (Strategia Energetica Nazionale),” spiegano le associazioni, “la soglia del 26,39% di rinnovabili elettriche programmato al 2020, e già oggi raggiunto, viene improvvisamente elevato al 36-38%. In realtà un aumento “ingannevole” senza alcuna preventiva valutazione di carattere territoriale, ambientale, paesaggistica ed economica, che paradossalmente nasconde conseguenze negative anche per la stessa lotta ai gas serra. Da un lato, tale aumento dell’obiettivo delle rinnovabili elettriche senza che sia posto alcun limite alle tecnologie, come l’eolico, determinerà il sacrificio su vasta scala di ulteriori, immensi territorifra i più belli e delicati del nostro Paese, per contribuire al raggiungimento, nel breve tempo di soli otto anni, di un incremento di ulteriori 10-12 punti percentuale di rinnovabile nel comparto elettrico, e per il quale non vi è alcun nuovo obbligo internazionale. Un ennesimo lucroso regalo a chi ha già occupato migliaia e migliaia di ettari con piantagioni eoliche o distese di pannelli fotovoltaici e che, anzi, dovrebbe essere tassato in ragione di rendite sproporzionate.

“Dall’altro – proseguono – un contesto economico e finanziario durissimo, pagato ogni giorno da milioni di italiani in difficoltà. Dovrebbero quindi essere tagliati gli sprechi nel settore e dovrebbero essere favorite politiche che permettano maggiori riduzioni dei gas serra e portino anche vantaggi sociali, come il sostegno ai trasporti pubblici (colpiti invece da tagli di risorse) o agli impianti solari e fotovoltaici sui tetti degli stabili condominiali o delle aziende agricole, con indirette integrazioni al reddito delle famiglie, o, ancora, un imprescindibile sostegno ai nostri ricercatori dirottando una più dignitosa frazione del fiume di incentivi all’innovazione tecnologica di tutto il settore delle rinnovabili.

“Invece con questa Strategia energetica – che, al già abnorme importo di 9 miliardi spesi nel 2011 come incentivi alle rinnovabili elettriche, da quest’anno prevede l’aumento di altri 3,5 miliardi, per un totale di ben 12,5 miliardi di euro all’anno protratti per 20 anni -si predispongono pesanti aggravi di spese a danno di famiglie, consumatori e imprese italiane, perseguendo risultati di contenimento delle emissioni più modesti rispetto alle alternative possibili”.

“Nel campo delle rinnovabili elettriche un’ulteriore crescita è ammissibile, moderatamente, attraverso tecnologie come il fotovoltaico, capaci di integrarsi nei tessuti già urbanizzati o occupati da infrastrutture ma privi di significato storico e architettonico, di cui l’Italia purtroppo abbonda con centinaia di migliaia di ettari.” concludono le associazioni.

© RIPRODUZIONE RISERVATA
  • Franco scrive:

    Una volta pensavo che il fotovoltaico fosse una invenzione bellissima che avrebbe salvato il mondo. Oggi se potessi lo vieterei. La campagna è ormai disseminata di pannelli solari, un abominio paesaggistico e una perdita di suolo gravissima. Tutto questo non in nome del risparmio energetico, badate bene, ma solo grazie agli incentivi e a quei due soldi che il costruttore si porta a casa. Lo dico da sempre, e sono d’accordo con le associazioni ambientaliste: i pannelli solari vanno messi sui tetti. Ogni nuova costruzione dovrebbe obbligatoriamente dotarsi di pannelli sulla copertura. Basta solare a terra, anzi togliamo quello che è stato fatto una volta raggiunta la scadenza dei contratti.