L’eolico può realmente soddisfare la stragrande maggioranza del fabbisogno di energia elettrica mondiale? Qual è la sua reale potenzialità?
Si è spesso pensato che l’energia eolica fosse inesauribile e che fosse una delle fonti di energia più scalabili. Tuttavia, le più recenti ricerche di modellazione atmosferica pubblicate sulla rivista Environmental Research Letters, suggeriscono che la capacità dei grandi parchi eolici è stata notevolmente sopravvalutata.
Il professore di Fisica Applicata presso la Harvard School of Engineering and Applied Sciences (SEAS), David Keith, ha dimostrato che la capacità di produzione degli impianti eolici di grande potenza (delle dimensioni di più di 100 chilometri quadrati) possono raggiungere un picco compreso tra 0,5 e 1 watt per metro quadrato. Stime precedenti, che ignoravano l’effetto per cui l’aria viene rallentata dalla resistenza che viene opposta sulle pale della turbina, poneva quella cifra tra i 2 e i 7 watt per metro quadrato.
La maggior parte delle precedenti stime dunque, sembra assumere implicitamente che le turbine che estraggono energia eolica abbiano scarso impatto sull’ambiente e, quindi, poco effetto sulla produzione di energia.
La nuova ricerca sostiene che gli scienziati abbiano sottovalutato questo aspetto. E’ facile confondere il termine rinnovabile con il termine illimitato quando si parla di energia. Solo perché è possibile continuare a produrre nuova energia da una fonte non significa che si possa generar energia in quantità illimitata.
In breve, la ricerca suggerisce che il potenziale di energia eolica potrebbe essere significativamente inferiore di quanto si pensasse. “E’ importante prendere in considerazione tutti i fattori che influenzano l’energia del vento, in modo da poter valutare la capacità di questa peculiare risorsa energetica”. L’energia solare, eolica e idroelettrica , per esempio, giocano tutte un importante ruolo nel soddisfare i bisogni energetici che sono attualmente legati all’uso di carbone o petrolio.
Se dovessimo coprire l’intera Terra di parchi eolici, “il sistema potrebbe generare enormi quantità di energia, ben al di sopra di 100 terawatt, ma a quel punto la mia ipotesi, sulla base della nostra modellazione del clima, è che l’effetto di ciò sui venti globali, e quindi sul clima, sarebbe notevole” e particolarmente grave.
I risultati cui i ricercatori sono giunti, tuttavia, non devono essere fuorvianti: gli stessi autori sottolineano che le conclusioni della ricerca non devono essere interpretate come un’evidenza per abbandonare la strada dell’eolico e della produzione di energia del vento – è ovviamente una soluzione migliore, unitamente al solare o all’idroelettrico, rispetto a quella convenzionale del carbone in termini di impatto ambientale – , ma questi limiti geofisici possono essere significativi se si vuole davvero scalare l’energia eolica fino a fornire un terzo della nostra energia primaria.
Esistono altresì vincoli di natura geografica ed economia. “Non è chiaro, e questo è un argomento per il futuro della ricerca, quale potrebbe essere il limite pratico all’energia eolica se si considerassero tutti i vincoli del mondo reale. Si dovrebbe assumere che le turbine eoliche debbano essere collocate relativamente vicino a dove la gente vive e dove vi sia una disponibilità di vento abbastanza costante, e che ha a che fare con precisi vincoli ambientali”.
L’eolico, semplicemente, non si può mettere ovunque. L’energia eolica è una via di mezzo. “E’ ancora una delle fonti rinnovabili più scalabili, ma la nostra ricerca suggerisce che ci sarà bisogno di prestare attenzione ai suoi limiti e agli impatti climatici se proviamo a scalarla oltre un paio di terawatt”, conclude Amanda S. Adams, coautore della ricerca.