Feste e ponti sono finiti ma nonostante la gravità della situazione di parchi non si è tornati ancora a parlare.
Eppure la lettera del presidente di Federparchi al ministro Galletti denunciava la sconcertante situazione dei parchi nazionali tutti o quasi senza direttivo. E stando anche alle notizie di stampa non è che nelle regioni le cose vadano poi tanto meglio se persino un parco storico come quello del Ticino deve fare i conti con un bel po’ di guai.
C’è per fortuna anche qualche notizia migliore come l’accordo a cui finalmente si è giunti dopo le tirate d’orecchie di Napolitano per il parco dello Stelvio.
Quello che continua tuttavia brillare per l’assenza dopo le solite contorsioni sulla legge del senato è una ripresa di impegno e di iniziativa politico-istituzionale sul piano nazionale. Per le regioni e i comuni non mancano certo i problemi in vista anche di quel nuovo titolo V che potrebbe riservargli qualche brutta sorpresa ma la Conferenza delle regioni e l’ANCI le loro idee e proposte da tempo le stanno sottoponendo all’attenzione del governo e le stanno sostenendo con chiarezza e vigore. Per i parchi invece è scena muta. Di idee –non di penose sortite a cui non crede nessuno- non ce ne sono. Cosa vogliono i parchi dal governo, dalle regioni, dai comuni e dalle province in via di chiusura che intanto stanno tagliando i loro contributi? Cosa stanno facendo a partire da Roma perché i parchi nazionali abbiano i loro Comitati direttivi e soprattutto dei piani in grado di funzionare come hanno funzionato molti di quelli regionali? Appunto come di politica in altri tempi di parchi oggi non si parla. E per favore non si dica che serve una nuova legge. Quella vecchia basta e avanza se i parchi e la loro rappresentanza tornano finalmente a farsi sentire e valere. E invece ho visto che il prossimo direttivo di Federparchi discuterà tanto per cambiare di emendamenti!
Mi si lasci dire che come Gruppo di San Rossore abbiamo sperimentato che se si hanno idee da proporre come noi facemmo con il ministro Orlando qualcosa a casa si riesce a portare. Insomma le cose gira rigira non sono poi tanto complicate se non si ha -come si vede- per la testa altro .