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Orso (e rischi sanitari), orsù chi fa?

Se l’orso è malato è necessario fare un’analisi del rischio, attuare una mitigazione del rischio e ottenere quindi un rischio sanitario accettabile

Scritto da Federica di Leonardo il 14.05.2014

Durante il IX Congresso di Teriologia il medico veterinario Vittorio Guberti, presidente della Società Italiana di Ecopatologia della Fauna ha presentato una relazione dal titolo: “Orso malato, orsù, chi fa”, nella quale ha descritto ciò che la Società ritiene sia ideale per la gestione del rischio sanitario nell’orso marsicano.

orso marsicano e rischi sanitari

Secondo la relazione se l’orso è malato è necessario fare un’analisi del rischio, attuare una mitigazione del rischio e ottenere quindi un rischio sanitario accettabile. Il Sistema Sanitario Nazionale monitora e gestisce un limitato gruppo di malattie negli allevamenti domestici e nella fauna selvatica. Lo scopo primario non è quello di conservare le popolazioni a rischio di estinzione, ma prevenire la diffusione di malattie all’uomo (direttamente o attraverso le derrate alimentari di origine animale) e premettere la commercializzazione degli animali domestici vivi e dei prodotti da loro derivati a livello nazionale ed internazionale. Tolto questo limitato gruppo di malattie la gestione sanitaria delle specie selvatiche (ma anche domestiche) è principale responsabilità dei “proprietari degli animali”.

Ricordando che l’unico intervento possibile per eradicare un’infezione in una popolazione selvatica è indirizzare la sua gestione complessiva, ad oggi gli organi gestori della fauna sono gli unici che hanno la possibilità di gestione diretta delle popolazioni anche quando infette. Dal nostro punto di vista, spiega Guberti “il Ministero dell’Ambiente ha una primaria responsabilità per la conservazione delle specie in Direttiva Habitat ed è possibile assimilarlo al proprietario della fauna dietro delega dello Stato mentre il Parco Nazionale rappresenta il conduttore degli animali”.

Se così fosse “la gestione anche sanitaria della popolazione selvatica ricade sul Ministero dell’Ambiente in quanto proprietario,” continua Guberti, “non è il Servizio Sanitario Nazionale che deve monitorare malattie che dal cinghiale possono trasmettersi all’orso, ad esempio, perché non ne ha le basi legali.”

“In questa prospettiva il Minisitero della Salute promuove e vigila sulla gestione coerente di un gruppo di malattie del bestiame e la diagnosi ufficiale delle infezioni presenti nel territorio siano esse nei selvatici o nei domestici; la diagnosi ufficiale delle principali patologie infettive è infatti prerogativa unica del Sistema Sanitario Nazionale”

“Attualmente,” ha concluso Guberti, “non esiste una norma precisa che individua chi, una volta diagnosticata un malattia nella fauna dei Parchi Nazionali, si occupi di gestirla, o meglio di gestire la popolazione infetta in modo da eliminare l’infezione; la legge sul prelievo venatorio (157/92) è l’unico, esistente, appiglio legislativo.”.

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