E’in corso il 50° Meeting Annuale ASCO, (American Society of Clinical Oncology) durante il quale sono state presentate nuove potenziali terapie per curare i tumori più difficili da trattare, come quello delle ovaie, del polmone, della tiroide e dello stomaco.
Cinque studi clinici hanno riportati risultati postivi nel trattamento del tumore ovarico avanzato, del tumore del polmone, del tumore della tiroide, della leucemia linfatica cronica e dello stomaco. I risultati suggerirebbero che questi nuovi metodi potrebbero rallentare la progressione della malattia e migliorare la sopravvivenza dei pazienti che soffrono di recidive o di resistenza ai trattamenti disponibili.
“Le recidive del cancro e la resistenza al trattamento sono sempre state tra le sfide più impegnative nella cura del cancro”, ha detto nella conferenza stampa il moderatore Gregory Masters oncologo presso l’Helen F. Graham Cancer Center di Newark, Delaware.
“La buona notizia è che la medicina genomica sta aiutando a superare queste sfide rivelando nuovi modi per indirizzare il funzionamento interno di una cellula tumorale. La ricerca come abbiamo visto oggi, potrebbe portare a nuove opzioni di trattamento per i pazienti che, fino ad ora, non hanno avuto benefici, o per i quali gli effetti collaterali dei farmaci attuali superano i loro benefici limitati, come spesso vediamo con i nostri pazienti anziani con leucemia”.
Fra i nuovi metodi presentati, i ricercatori segnalano che per la prima volta in un decennio è stato raggiunto un risultato sulla sopravvivenza nella terapia di seconda linea grazie ad un trattamento con ramucirumab più docetaxel su cancro del polmone.
I trattamenti con Ibrutinib invece, ritardano significativamente la progressione della malattia e prolungano la sopravvivenza per i pazienti con leucemia linfocitica cronica resistente o recidivante. Il trattamento è stato ben tollerato, confermando ibrutinib come una nuova opzione importante per questa leucemia che colpisce gli adulti, soprattutto per i pazienti anziani che spesso non sono in grado di tollerare la chemioterapia tradizionale.
Il nuovo farmaco mirato, lenvatinib ha avuto successo su pazienti con tumore alla tiroide: quasi due terzi dei pazienti hanno risposto al trattamento con lenvatinib, che ha anche ritardato la progressione della malattia di 14,7 mesi rispetto al placebo.
Infine una nuova combinazione di farmaci mirati, cediranib più olaparib, aumenta in modo significativo la sopravvivenza libera da progressione nelle donne con carcinoma ovarico ricorrente. Si tratta della prima volta che questi due farmaci vengono combinati e potrebbero colmare una lacuna importante nel trattamento del carcinoma ovarico.
Il ramucirumab, inoltre, sperimentato in uno studio di fase tre, sarebbe efficace contro il cancro allo stomaco impedendo la formazione di nuovi vasi sanguigni. “Questa molecola – spiega il responsabile Divisione di oncologia medica dell’Irccs San Martino Ist di Genova, Alberto Sobrero – rappresenta un importante passo in avanti nella terapia del tumore gastrico, dopo anni in cui non sono state registrate significative novità per il trattamento di questa forma di tumore”. Si tratta di una “doppia innovazione: è il primo farmaco oncologico che riceve una specifica approvazione per la cura del tumore gastrico e, inoltre, agisce con un nuovo meccanismo rispetto ai farmaci già esistenti”.