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Un potenziale vaccino universale dall’epidemia suina del 2009

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 23.09.2013

Nel 2009 gli scienziati dell’Imperial College di Londra hanno avviato una ricerca per studiare come alcuni individui resistessero anche a gravi attacchi influenzali. L’esperimento è consistito nel prelievo di sangue da volontari che avevano contratto l’influenza suina , proprio mentre il focolaio stava prendendo piede. Il monitoraggio è poi continuato nel due anni successivi, registrando i sintomi influenzali.

Vaccino

Attraverso queste analisi i ricercatori hanno scoperto che coloro che hanno evitato gravi malattie avevano più cellule CD8 T , un tipo di cellule immunitarie che uccidono  i virus già all’inizio della pandemia .

Quindi gli esperti ritengono che un vaccino che stimola l’organismo a produrre più di queste cellule potrebbe essere efficace nel prevenire i virus influenzali, tra cui nuovi ceppi che vengono trasmessi agli umani dai suini e dagli uccelli e che possono trasformarsi in influenza molto aggressive.

I risultati della ricerca sono stati pubblicati su Nature Medicine.

Il professor Ajit Lalvani del National Heart and Lung Institute dell’Imperial College di Londra, che ha condotto lo studio, ha detto : “I nuovi ceppi di influenza sono in continua emersione e alcuni possono essere mortali e perciò il Santo Graal è quello di creare un vaccino universale che possa essere efficace contro tutti i ceppi di influenza.” 

I vaccini influenzali odierni producono anticorpi che riconoscono le strutture sulla superficie del virus per prevenire l’infezione contro i ceppi circolanti prevalenti. Il problema è che i vaccini sono sempre imprecisi in quanto arrivano sempre con ritardo rispetto alle mutazioni dei virus di anno in anno.

In precedenza si era già suggerito attraverso modelli sperimentali che le cellule T possono proteggere contro i sintomi di influenza, ma fino ad ora questa idea non era stata mai testata sugli esseri umani nel corso di una pandemia.

Il professor Lalvani ha rapidamente reclutato 342 persone fra il personale e gli studenti dell’Imperial College perchè prendessero parte allo studio nell’autunno del 2009. I volontari hanno donato campioni di sangue e sono stati sottoposti a tamponi nasali. Ogni tre settimane i partecipanti ricevevano una mail con un questionario. Nel caso in cui avessero sperimentato sintomi influenzali dovevano sottoporsi di nuovo a tampone nasale.

Dalla ricerca è emerso che coloro che avevano avuto un’influenza con sintomi più gravi hanno avuto un minor numero di cellule T CD8 nel sangue , e coloro che hanno avuto l’influenza, ma non hanno avuto sintomi se non lievi avevano un numero maggiore di queste cellule.

Il professor Lalvani ha dichiarato: “Il sistema immunitario produce queste cellule T CD8 in risposta alla solita influenza stagionale. Questi anticorpi hanno come bersaglio il nucleo del virus, che non cambia anche in nuovi ceppi pandemici. La pandemia del 2009 ha fornito un esperimento naturale per verificare se le cellule T siano in grado di riconoscere i nuovi ceppi e proteggerci dall’influenza.

“I nostri risultati suggeriscono che portando  il corpo a produrre più cellule T CD8 , è possibile proteggere le persone  dalla malattia sintomatica. Questo fornisce il modello per lo sviluppo di un vaccino antinfluenzale universale .

“Sappiamo già come stimolare il sistema immunitario a produrre cellule T CD8 con la vaccinazione. Ora che sappiamo che queste cellule T ci possono proteggere, possiamo progettare un vaccino per prevenire che le persone sviluppino sintomi e possano trasmettere il virus ad altri. Questo potrebbe frenare l’influenza stagionale ogni anno e proteggere le persone dalle future pandemie . “

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