In Cina sono sempre più frequenti gli episodi di dissedenza nei confronti di operazioni di sviluppo che hanno pesanti impatti ambientali e quindi sulla salute.
E’ di oggi infatti la notizia che le autorità cinesi hanno abbandonato il progetto di costruire una fabbrica per la lavorazione del rame nel centro di una città, dopo che migliaia di residenti hanno protestato per tre giorni contro la prospettiva del pesante inquinamento che la fabbrica avrebbe creato.
In un comunicato pubblicato sul suo sito web, il governo della città di Shifang nella provincia di Sichuan ha detto ieri che il progetto è sospeso. Gli abitanti avevano iniziato a protestare domenica scorsa, lamentando che le emissioni della fabbrica li avrebbero avvelenati. Testimoni e funzionari hanno detto che la manifestazione è anche diventata violenta lunedì quando la polizia antisommossa è entrata in azione di fronte a migliaia di manifestanti, causando almeno 13 feriti.
I residenti hanno postato su internet le foto della polizia che ha usato gas lacrimogeni e ha picchiato i manifestanti con i manganelli.
Testimoni hanno detto che i manifestanti sono poi tornati nelle strade martedì, sfidando i divieti dei governi locali di usare internet e i telefoni cellulari per organizzare manifestazioni.
Un dissidente cinese, Huang Qi ha detto che era in contatto con i residenti di Shifang e ha descritto così la scena nella città il terzo giorno di proteste.
“Questa mattina c’era ancora una grande manifestazione di cittadini che sperano che il governo trasferisca definitivamente il progetto”, ha detto. “Nel frattempo, le autorità di Shifang hanno isolato l’area urbana, per quanto riguarda la zona della Città Mianzhu. Le strade e gli incroci son presidiati dalla polizia. Da Deyang a Mianzhu, il traffico è strettamente controllato. C’è molta polizia in servizio sulle strade. ”
Le proteste locali sono diventate sempre più comuni in Cina, dove i funzionari provocano il dissenso dell’opinione pubblica, perseguendo un rapido sviluppo urbano spesso a scapito dell’ambiente.
Già ad agosto dell’anno scorso migliaia di manifestanti preoccupati per l’inquinamento avevano costretto le autorità a chiudere un impianto chimico nella città nord-orientale di Dalian.
Fonte VOA