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I tagli al ministero dell’ambiente

Scritto da Renzo Moschini il 17.10.2013

140 associazioni hanno preso ferma posizione  contro i tagli al ministero dell’Ambiente che seguono a quelli già pesanti degli anni scorsi. Il ministero già mal ridotto  rischia  in pratica di sparire.

 Prima neve sulle Alpi - foto Marigrò

La denuncia fa giustamente riferimento a situazioni ambientali disastrose come quelle del suolo e dell’assetto idrogeologico che più di tante parole confermano la insostenibilità di una politica che il ministero può sempre meno fronteggiare con l’impegno e l’efficacia indispensabili e non più rinviabili. Anche una recente presa di posizione del Senato d’intesa con il ministro ha ribadito questa incalzante esigenza. Sulla gravità dei tagli non possono quindi esserci dubbi tanto sono evidenti le pesanti conseguenze.

Ciò detto va aggiunto però che non urgono solo maggiori finanziamenti ma anche cambiamenti che non dipendono dal bilancio ma dalla politica. Specialmente in questi ultimi anni il ministero dell’ambiente si è affidato ad una gestione burocratica al punto che quella del suolo come quella delle bonifiche è finita nelle grinfie di Bertolaso con sprechi e ruberie. Che ai parchi specie nazionali siano stati riservati commissariamenti, interferenze burocratiche li hanno di fatto paralizzati non dipende dai tagli ma da scelte politico-istituzionali profondamente sbagliate e talvolta insensate. Ecco perché non bastano nuove risorse. Servono e urgono politiche ministeriali in grado innanzitutto di coinvolgere e non ignorare le regioni e gli enti locali nella maggior parte dei casi neppure consultate quando non messe in lista d’attesa di essere sfrattate come prevede la legge in discussione al Senato riguardo alle aree protette marine.

Ha ragione Aldo Di Benedetto quando denuncia che guardare ai parchi come se la loro vocazione fosse quella di soggetti istituzionali promotori di sviluppo è uno stravolgimento della legge 394 e confina il ruolo del ministero dell’ambiente su un terreno che non è il suo. Il suo ruolo vero anche in tempi di carestia è quello di riaprire –come Orlando ha cominciato a fare-  un confronto vero a tutto campo per rilanciare anche i parchi e le aree protette non dirottandole su binari morti.

I temi –lasciando perdere le vocazioni improprie- sono quelli che abbiamo affrontato anche come Gruppo di San Rossore in un nostro Quaderno in uscita aiuterà sicuramente ad evitare le troppe bischerate che circolano.

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