Gaianews

Effetti catastrofici della globalizzazione: meglio piccoli sistemi che si auto-organizzano?

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 02.05.2013

Della globalizzazione si parla spesso come di qualcosa di inevitabile e da cui dobbiamo prendere il meglio, cioè valorizzarne gli effetti positivi. Ma il professore Dirk Helbing, dell’ETH Zurich, ha pubblicato un articolo sulla rivista Nature nel quale, pur constatando che le reti globali hanno creato vantaggi e occasioni prima inimmaginabili, evidenzia come la globalizzazione abbia anche creato delle vere autostrade per la propagazione planetaria dei disastri.

Globalizzazione_terra

Helbing nel suo articolo spiega come la globalizzazione porti con sè la possibilità di collegare punti molto distanti del pianeta, di creare una rete fittissima di contatti, infrastrutture e trasporti, ma che questi amplificano anche le potenzialità di una singola minaccia. Un esempio sono le pandemie che, attraverso i trasporti aerei moltiplicano in maniera esponenziale le loro potenzialità.

Un aumento della densità della rete, secondo Helbing, può portare ad una maggiore complessità che richiede una accelerazione dei processi decisionali che a sua volta potrebbe portare ad una “instabilità sistemica”. L’instabilità sistemica, a sua volta, nonostante la buona volontà di coloro che devono prendere decisioni, prima o poi porterà ad un tracollo globale.

L’esperto aggiunge che la connettività può portare a dei comportamenti globali i cui effetti sono sconosciuti e ai quali non siamo affatto preparati. Un esempio, secondo il professore, è la crisi finanziaria del 2008.

In altre parole, quando è una rete che si muove, i rischi sono molto difficili da individuare e possono essere dipendenti in larga misura dal caso. “In alcuni casi, gli effetti a cascata potrebbero raggiungere qualsiasi dimensione, e il danno potrebbe essere praticamente illimitato”, spiega Helbing. “Questo è abbastanza inquietante e difficile da immaginare.” 

“Ad esempio, il sistema finanziario”, dice Helbing. “La crisi finanziaria ha colpito i regolatori di sorpresa.” Ma nel 2003, il leggendario investitore Warren Buffet aveva avvertito dei rischi mega-catastrofici creati da grandi investimenti in strumenti finanziari derivati. Ci sono voluti 5 anni prima che la  “bomba a orologeria dell’ investimento” è esplosa, causando perdite di migliaia di miliardi di dollari per la nostra economia. “L’architettura finanziaria non è progettata correttamente”, conclude Helbing. “Il sistema manca di punti di rottura, come li abbiamo nel nostro sistema elettrico.” Questo fa sì che i problemi locali si diffondano a livello globale, raggiungendo in tal modo dimensioni catastrofiche.

Ma quali sono i rischi reali? Dobbiamo attenderci una catastrofe globale?

Secondo l’esperto, “anche se l’analisi di questi rischi globali deve tener presente che la velocità di propagazione degli effetti a cascata distruttivi potrebbe essere lenta, ciò non toglie che dovrebbe essere difficile da fermare. E’ tempo di riconoscere che i disastri, i conflitti, le rivoluzioni, le guerre, e le crisi finanziarie sono il risultato indesiderato dell’operare di sistemi socio-economici su parametri sbagliati, nei quali i sistemi sono instabili “. 

Secondo lo scienziato i “disastri” non possono più essere considerati dei casi fortuiti, ma sono causati da una cattiva comprensione dei rapporti causa-effetto di interazioni causate dagli umani.

 “Per esempio, è sorprendente che non avessimo precauzioni sufficienti e piani di emergenza contro una crisi finanziaria”, afferma Helbing. “Forse, perché secondo il paradigma teorico predominante dei mercati efficienti non ci sarebbero dovute essere bolle e crash.”

Il pensiero convenzionale può portare a decisioni fatali e alla ripetizione di errori precedenti. “In altre parole: se vogliamo fare la cosa giusta, spesso facciamo cose sbagliate”, conclude Helbing. Questo richiede ovviamente un cambiamento di paradigma nel nostro modo di pensare. “Per esempio, possiamo cercare di promuovere l’innovazione, ma soffriremo il declino economico, perché l’innovazione richiede la diversità più che l’omogeneizzazione”.

“La prevedibilità e controllabilità sono problemi di progettazione,” sottolinea Helbing. “E l’incertezza, il che significa l’impossibilità di determinare la probabilità e la dimensione prevista del danno, è spesso causata dagli uomini.” Tuttavia, anche tutti i dati del mondo non possono compensare i sistemi mal concepiti come il sistema finanziario attuale. Tali sistemi prima o poi andranno fuori controllo, causando problemi catastrofici di origine antropica. Pertanto, una ri-progettazione di questi sistemi è urgente.

Secondo Helbing una soluzione potrebbe essere la creazione di sistemi di backup (ad esempio, un sistema finanziario parallelo), limitando le dimensioni del sistema e la connettività, la costruzione di punti di rottura per fermare gli effetti a cascata, o la riduzione della complessità per migliorare la resilienza. Nel caso dei sistemi finanziari, c’è ancora molto lavoro da fare per integrare pienamente questi principi.

Questi principi possono essere applicati anche all’industria e al mondo informatico che, secondo il professore, rischia moltissimo a causa degli attacchi alla privacy. Per contrastare questo fenomeno, Helbing suggerisce un’architettura completamente nuova  ispirata a principi di auto-organizzazione decentrata, come succede nei sistemi immunitari, nel’ecologia e nei sistemi sociali.

Secondo il professore “quando i sistemi diventano troppo complessi, non possono essere gestiti in modo efficace top-down”, spiega Helbing. “L’auto-organizzazione guidata è una promettente alternativa per gestire i sistemi dinamici complessi bottom-up, in modo decentrato.” L’idea di fondo è quella di sfruttare, piuttosto che combattere, la tendenza intrinseca dei sistemi complessi ad auto-organizzarsi e creare così un robusto stato ordinato. Nell’articolo lo studioso dà l’esempio dei semafori controllati dal basso attraverso il flusso dei veicoli piuttosto che dall’alto verso il basso da un centro gestore del traffico.

“Il disastro di un uomo è un’occasione per un altro uomo. Pertanto, molti problemi possono essere affrontati con successo solo con la trasparenza, la consapevolezza e la responsabilità collettiva”, sottolinea Helbing. “Gli esseri umani devono imparare a quantificare e proteggere il capitale sociale. Un esempio è stata la perdita di migliaia di miliardi di dollari nei mercati azionari durante la crisi finanziaria.” Questa crisi è stata in gran parte causata da una perdita di fiducia. “E ‘importante sottolineare che le valutazioni del rischio oggi non considerano i danni al capitale sociale”, ha spiegato lo studioso.

In altre parole se quando calcoliamo i rischi non consideriamo l’impatto sul sociale non stiamo capendo correttamente i rischi che stiamo correndo.

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA