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Aborti: in diminuzione, ma praticati con anestesia totale

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 10.02.2014

Secondo una relazione trasmesso dal Ministero della Salute al Parlamento , sarebbero 8 su 10 le donne che abortiscono in anestesia totale. Inoltre, le donne che abortiscono con la pillola del giorno dopo la , non restano per tre giorni in ospedale così come previsto dalla legge.  Sempre alto il numero degli obiettori, fatto che in alcune regioni mette a rischio la possibilità stessa di abortire per le donne.

Pillola del giorno dopo

Il Ministero della Salute ha trasmesso al Parlamento la relazione annuale sull’attuazione della legge 194. La relazione dovrebbe essere presentata la prossima settimana in Commissione Affari sociali della Camera. 

Secondo il rapporto le interruzioni di gravidanza sarebbero in calo, -5% rispetto al 2011 e -55% rispetto al 1982.

Fra le donne che optano per un’interruzione di gravidanza 8 su 10 ricorrono all’anestesia totale. Ma secondo  l’Organizzazione mondiale della Sanità sarebbe da preferire l’anestesia locale, per minori rischi per la salute, minore necessità di analisi e quindi minore impegno della struttura e del personale e minori costi.

Secondo la relazione inoltre, oltre il 70% delle donne non resta in ospedale per 3 giorni, così come previsto dalla legge. Potrebbe essere , nel caso in cui non ci siano effettive controindicazioni, che l’obbligo di degenza per tre giorni in ospedale possa essere cambiato, in questo modo si potrebbe forse aumentare l’accessibilità da parte delle donne alla pillola. Dal 2010 al 2011 l’uso della pillola del giorno dopo è raddoppiato.

Il numero degli obiettori è sempre molto alto, pari al 70%. Il 17,3% in più rispetto a 30 anni fa.  In alcune regioni come Campania, Molise e Basilicata la percentuale sale ben al di sopra dell’80% di fatto mettendo a rischio al possibilità di abortire.

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