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Sette ginecologi su 10 non prescrivono la pillola dei 5 giorni dopo

Solo il 30% dei medici prescrivono la pillola dei 5 giorni dopo per via dell'obbligo di eseguire il test di gravidanza

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 17.09.2012

Pochissimi ginecologi prescrivono la pillola dei 5 giorni dopo. E’ quanto rivela un’indagine commissionata dalla Società medica italiana per la contraccezione (Smic), secondo la quale solo il 30% dei medici prescrivono la pillola per via dell’obbligo di eseguire il test di gravidanza.

Dopo quasi sei mesi dall’arrivo del contraccettivo di emergenza a base di ulipristal acetato in Italia, l’utilizzo del farmaco stenta a decollare.

L’indagine è stata realizzata dalla Datanalysis su un campione di 200 ginecologi in tutto il territorio nazionale, di cui un terzo opera in un consultorio, un altro terzo nei pronto soccorso ospedalieri e un 10% in studi privati.

In Italia, infatti, oltre all’obbligo di ricetta medica non ripetibile, per avere la prescrizione della pillola dei 5 giorni dopo è necessario sottoporsi prima a un test di gravidanza, il cui esito negativo deve essere verificato dal medico.

Secondo la Smic la motivazione di tanta lentezza nell’entrata in commercio del farmaco, che permette di evitare gravidanze indesiderate, è proprio l’obbligo di visita medica.

In Germania, dove la pillola è entrata in commercio praticamente in contemporanea (ma dove non c’è l’obbligo di visita medica), sono state vendute quasi 13 mila confezioni, mentre in Italia, nello stesso arco di tempo, circa 4.500 confezioni, circa un terzo.

Emilio Arisi, presidente della Smic, ha spiegato che “i dati confermano quanto avevamo già paventato prima della decisione dell’Aifa di inserire l’obbligatorietà del test su beta-Hcg nelle modalità di impiego del nuovo farmaco, ossia che questo avrebbe rappresentato un rischio concreto di inaccessibilità o comunque di difficoltà e ritardo nell’accesso alla contraccezione d’emergenza. Un’anomalia tutta italiana – sottolinea – che sta penalizzando in primis le donne che devono sottoporsi a un test spesso non necessario”.

Già a giugno la Smic aveva messo in evidenza con un altro studio l’ignoranza delle donne italiane rispetto alla nuova possibilità che sbarcava nelle farmacie. Più della metà delle donne italiane a giugno non aveva idea di cosa fosse la cosiddetta “pillola dei cinque giorni” dopo, un nuovo contraccettivo d’emergenza in commercio in Italia dal 2 aprile scorso. Per il 38,5% delle italiane, infatti, era addirittura “un farmaco per dimagrire”. Mentre per un altro 18,6% è “un medicinale da assumere dopo le mestruazioni per prevenire i dolori il mese successivo”.

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