Secondo diverse ricerche tutte pubblicate e rese note in questi giorni la relazione fra tumore al polmone e inquinamento atmosferico sarebbe ormai assodata, prevalentemente in Europa e l’Italia è coinvolta nel fenomeno.
Secondo ciò che è emerso al convegno “Medparticles”, tenutosi ieri a Roma, l’Europa meridionale è particolarmente coinvolta nel problema sanitario relativo all’inquinamento atmosferico.
Questo, secondo gli esperti, è dovuto al fatto che le nostre auto sono in grande percentuale dei diesel che contengono una percentuale più alta di particolato dannoso. A differenza di quanto avviene ad esempio, negli Stati Uniti.
Un altro fattore che peggiora la situazione riguarda il fatto che una volta emesse nell’aria, entrando a contatto con la luce solare, gli inquinanti si modificano, diventando ancora più nocivi.
In questi giorni, sullo stesso argomento, due studi pubblicato su Lancet hanno individuato una relazione fra tumore al polmone, affaticamento del miocardio e inquinamento atmosferico.
Il primo studio ha seguito 313mila persone per 13 anni rilevando una relazione fra inquinamento e tumore al polmone, soprattutto l’ adenocarcinoma.
A ogni incremento di 5 μg/m3 di PM2,5 il rischio di tumore al polmone aumentava del 18%, e ogni aumento di 10 μg/m3 di PM10 aumentava del del 22% , cioè se le polvere sono sottili sono più nocive. Inoltre sembrerebbe che il rischio permanga anche valori al di sotto della soglia massima stabilita dalla legge.
“Questo significa che dobbiamo annoverare definitivamente l’inquinamento dell’aria – anche alle concentrazioni normali – fra le cause di tumore al polmone, e considerare d’ora in poi con maggiore attenzione l’impatto dell’inquinamento sulla salute pubblica” ha detto Saori Kashima dell’Università di Hiroshima in Giappone.
Il secondo studio ha dimostrato, coinvolgendo soggetti da 12 paesi, una relazione fra affaticamento del miocardio e inquinamento. Più precisamente il rischio cresce del 3,5% all’aumentare di una parte su un milione di monossido di carbonio, del 2,3% all’aumentare di 10 parti per miliardo di biossido di zolfo, dell’1,7% per uno stesso aumento di biossido di azoto e di circa il 2% per ogni incremento di 10 μg/m3 di polveri.