Sì alle cure con il metodo Stamina, perché i malati “hanno diritto alla speranza”.
E’ quanto stabilito dal Tribunale di Roma, che ha ammesso il ricorso di una donna di 46 anni malata di sclerosi multipla e ha ordinato agli Spedali Civili di Brescia la somministrazione del trattamento con cellule staminali secondo il protocollo Stamina Foundation.
Nonostante il no recente del comitato scientifico a Stamina e nonostante il decreto Balduzzi non consenta di fare richiesta agli ospedali, il Tribunale ha quindi deciso di garantire il diritto alla cura della donna che ha provato ogni terapia convenzionale.
La donna soffre di sclerosi multipla dal 1982. Il ricorso, depositato a settembre, nasce da una prescrizione del medico specialista che indicava con urgenza il trattamento con cellule staminali in mancanza di valide alternative.
“Per quanto mi riguarda – commenta il legale della donna, Emanuele Ruggeri – si tratta dell’ordinanza più autorevole sul territorio nazionale che di fatto ha disapplicato il decreto Balduzzi. Il ricorso non nasce da un rifiuto al trattamento da parte dell’azienda, perché il decreto Balduzzi non consente di presentare la richiesta”.
Nell’ordinanza i giudici hanno spiegato che “il diritto alla speranza dei malati non può essere irragionevolmente limitato o soppresso”. “Un passaggio molto importante – dichiara Ruggeri – perché qui non si parla di una guarigione certa ma di una speranza che si da al paziente, una chance di sopravvivenza”.