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Nenuco, la Bambola “anoressica” sotto accusa

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 23.01.2014

In Italia non è ancora arrivata ma se ne parla già e non bene. Si tratta di Nenuco la bambola della ditta spagnola Famosa, che ha un peculiarità. Quando le bambine si apprestano a nutrire con un cucchiaino finto la loro bambola, Nenuco si volta da un lato come per rifiutare il cibo.

Nenuco

La bambola è in vendita nella versione, che già viene definita “anoressica” nel Regno Unito dove ha sollevato non poche polemiche. Le ONG che si occupano della salute psicologica dei bambini hanno già dichiarato guerra alla bambola che sarebbe un modello diseducativo, suggerendo alle bambine un modello in cui non mangiare è una cosa positiva.

L’azienda produttrice si difende dichiarando che in realtà la bambola imita solamente ciò che accade realmente quando una mamma vuole nutrire il suo bambino, mettendo in rilievo che nutrirsi sia importante.

E in Italia? Qui la versione di Nenuco non è ancora arrivata, ma gli esperti mettono le mani avanti. Giuseppe Mele, pediatra e presidente di Paidòss (Osservatorio nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza) ha dichiarato a Corriere.it: “Stiamo tentando di dare ai bambini non solo una buona educazione sulle quantità giuste di ogni alimento, sull’importanza della prima colazione e di fare almeno 4 pasti leggeri durante la giornata, ma anche di insegnargli il gusto del cibo, dei diversi sapori e il saperli valorizzare e apprezzare. Di fronte a giocattoli come questo, il messaggio che arriva è l’esatto contrario: il cibo va rifiutato in quanto tale”.

Bene invece i vecchi bambolotti che si lasciano imboccare senza rifiuti:”È un modello che tutto sommato ha cresciuto e sta crescendo generazioni attraverso l’emulazione della mamma, una tradizione educativa che va bene e che, anzi, dovrebbe essere incentivato e che può aiutare a insegnare il valore del cibo al bambino. Infondo, la bambola viene usata soprattutto attorno ai 3 anni, un momento clou in cui il bimbo ha bisogno del cibo per crescere, ma si sta anche creando un’educazione alimentare”.

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