Sud Sudan, Human Rights Watch (HRW) ha pubblicato un dossier denunciando il problema dei matrimoni precoci connessi ad un elevato tasso di mortalità materna.
Il documento pubblicato il 7 marzo è basato su interviste condotte fra marzo e ottobre dello scorso anno. Le testimonianze dirette sono raccapriccianti: Akech voleva continuare gli studi, ma lo zio aveva deciso che era pronta per il matrimonio e firmò il contratto per lei. Provò a ribellarsi e a far valere le sue ragioni, ma fu ripetutamente e bruscamente picchiata dal cugino maschio, fino a quando non fu costretta a cedere e andò a vivere con il marito che le avevano imposto.
Secondo le statistiche del governo Sud Sudanese, il 48 % delle ragazze di età compresa tra i 15 ed i 19 anni sono già sposate. Molte bambine sono costrette a prendere marito già a soli 11-12 anni. Il fenomeno delle spose bambine è strettamente connesso all’alto tasso di povertà delle famiglie, che vedono nelle figlie femmine una fonte di ricchezza. I matrimoni sono infatti sigillati dopo aver contrattato un “prezzo di scambio”, la cosiddetta dote, pagata alla famiglia della futura sposa sottoforma di bestiame o più semplicemente di denaro. “Mio marito ha pagato 75 mucche come dote per me, ma non abbiamo mai parlato prima che ci sposassimo” ha ammesso Ayen. Un’altra ragazza ha raccontato: “Io non lo conoscevo prima. Non lo amavo. Ho detto alla mia famiglia che non volevo sposarlo, ma mi hanno risposto: Questo vecchio ci può nutrire e tu lo sposerai”. E si.. vecchio, perché spesso la differenza di età fra le spose e i loro mariti supera i 30 anni. Nel luglio del 2011 Anton aveva solo 16 anni, ma fu costretta a sposare un uomo 34 anni più grande.
In Sud Sudan i matrimoni precoci sono vissuti anche come metodo per proteggere le ragazze dal sesso al di fuori del matrimonio e per evitare spiacevoli gravidanze che potrebbero disonorare la famiglia. Purtroppo però questa usanza barbara viola diversi diritti delle bambine ed ha un impatto significativo anche sulla loro salute. Difatti come precisa David Mepham, attivista HRW, “Molte giovani spose avranno delle gravidanze precoci”, che come è noto sono assai pericolose sia per la neo-mamma che per il suo bambino. Non accaso il tasso di mortalità materna fra le giovani sud sudanesi è altissimo. I matrimoni delle bambine sono anche collegati all’abbandono scolastico. Le spose, seppur bambine, devono provvedere ai bisogni del marito e per questo vengono rimosse dalla scuola.
Il governo sta cercando di contrastare il fenomeno, ma la strada è tutta in salita. Per Mepham il governo dovrebbe cercare di mettere in atto una struttura giuridica in grado di offrire protezione alle ragazze che coraggiosamente cercano di ribellarsi.
Naturalmente il fenomeno dei matrimoni precoci non è circoscritto al Sud Sudan, ma si calcola che ogni anno in tutto il mondo circa 14 milioni di ragazze si sposano prima di aver compiuto 18anni [Fonte Voice of America]. Ecco perché l’UNICEF ha promosso una campagna di sensibilizzazione contro i matrimoni precoci e in occasione della Giornata Internazionale Delle Donne ha lanciato l’iniziativa “Bambine, non spose – 8 marzo delle bambine”.
In particolare l’UNICEF cerca di contrastare il fenomeno delle spose bambine, collaborando con i governi dei Paesi maggiormente colpiti, assistendoli nell’elaborazione di norme più rispettose dei diritti delle bambine e delle donne, e organizzando attività di sensibilizzazione all’interno delle comunità locali. Inoltre l’UNICEF opera per favorire l’accesso all’istruzione primaria per tutte le bambine, sostenendo che l’istruzione sia una delle migliori strategie per proteggere le bambine non solo dai matrimoni precoci, ma anche dal lavoro minorile.