Una campagna nazionale vuole che i bambini mangino la frutta a colazione e a merenda. Ma un autorevole pediatra milanese dice la sua criticando l’iniziativa: la frutta a colazione non è “Italiana” e a merenda i bambini preferiscono uno spuntino salato, magari comprato con la mamma. Inoltre l’omologazione non fa bene ai bimbi ( la mela statale distribuita a tutti) e potrebbe creare dei bimbi che finiscono per odiare la frutta. Bene invece per la frutta nei distributori di merende per i grandi: a loro piace mantenere la linea e sarebbero ben felici di mangiare la frutta al posto delle merendine.
“Il metodo della campagna per incentivare il consumo di frutta e verdura fra i bambini italiani è sbagliato. E finirà per creare degli adulti che odiano la frutta”.
Così il pediatra di Milano Italo Farnetani sulla campagna nazionale per incentivare il consumo di frutta. “Un obiettivo sacrosanto, che però viene perseguito in modo errato”, dice il pediatra all’Adnkronos Salute.”Il fatto è che nelle scuole la frutta non si mangia a fine pasto, come in famiglia, ma a merenda e la mattina. Ma chi normalmente mangia frutta alla mattina? E’ una pratica innaturale, almeno in Italia, e perciò perdente. Inoltre lo spuntino di metà mattinata preferito dai bambini, come ha rivelato un’indagine che ho condotto qualche tempo fa, è salato: una pizzetta, un panino, una schiacciatina. Servire un frutto non contribuirà a farlo amare. Per di più – prosegue – servire la ‘mela di Stato’ al posto della ‘pizzetta comprata con mamma’ rappresenta un’interferenza delle istituzioni con la famiglia”.
Fare colazione con qualcosa portato da casa “è un legame importante, specie per i più piccoli, con la casa e la famiglia. Una sorta di cordone ombelicale affettivo”, aggiunge Farnetani.
Al pediatra non piace neanche il fatto che la merenda “sia imposta e uguale per tutti. Un obbligo che non rispetta la famiglia né il gusto del bambino, e che in futuro potrebbe creare degli adulti che odiano la frutta”.
“Il bambino mangia la frutta se la mangiano a casa, e abbiamo visto che in genere c’è una preferenza legata alla produzione locale: in Veneto piacciono i kiwi, in Val di Non le mele, in Sicilia gli agrumi. La chiave giusta non è imporre qualcosa, ma insegnare a scegliere e coltivare il gusto. Penso a delle lezioni di frutta a scuola, con assaggi e istruzioni per preparare macedonie e altre prelibatezze salutari. Inoltre sarebbe bene, soprattutto per i più grandi, proporre snack a base di frutta nei distributori. A quella età – conclude – sono molto attenti alla linea, e sarebbero felici di trovare uno spuntino salutare e non ipercalorico”.
Fonte AdnKronos
Certamente le industrie produttrici di merendine industriali non sono soddisfatte dei cambiamenti di abitudini…
I bambini a 6 anni non hanno certo abitudini consolidate e creargliene di più sane e meno caloriche, in un Paese che vede costantemente aumentare l’obesità infantile, è una delle buone cose che può fare la scuola.
la mela è il frutto che contiene tutte le sostanze di cui un uomo ha bisogno. Non penso che insegnare a mangiare le cose giuste sia un obbligo soprattutto per dei bambini ma una buona educazione alimentare… la mattina mangiare frutta non è innaturale, sono innaturali le affermazioni di questo presunto dietologo…
un autorevole pediatra? milanese? ma date le informazioni complete dite come si chiama
meglio uno snack salato eh?
…..ma che torni a scuola lui
ora diamo retta ai bambini su cosa vogliono mangiare cosi anche a tavola faranno quello che vogliono … che consigli inutili!!