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Slow medicine: la medicina lenta che valorizza l’ascolto del paziente

Ispirandosi allo slow food un gruppo di medici italiani hanno fondato la "slow medicine", che aspira a dare valore al dialogo fra medico e paziente

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 24.07.2014

Quante volte abbiamo avuto l’impressione di essere stati sottoposti ad una visita medica troppo veloce? E quante volte abbiamo associato a questa visita una scarsa attenzione nei nostri confronti e la possibilità di una mancata accuratezza? Per parlare di questo problema e proporre nuove soluzioni un gruppo di medici italiani ha proposto una “Slow medicine”, una medicina lenta. L’iniziativa è stata descritta e presentata sul British medical journal.

ospedali e sanità

Il motto dei medici che aderiscono all’Associazione Slow Medicine è: “Fare di più non significa fare meglio”.

Medici sempre più oberati di lavoro spesso sono costretti a ridurre il tempo delle visite e più in generale il tempo del dialogo fra medico e paziente e dell’ascolto del paziente da parte del medico hanno perso di valore. A questo fenomeno si aggiunge quello della medicina difensiva, cioè quel modo di curare i pazienti, da parte dei medici, assicurandosi che non ci siano estremi per una denuncia in tribunale. Infatti è in aumento preoccupante il numero dei medici che vengono portati davanti ai giudici per questioni mediche.

Ma come risolvere entrambi i problemi?
Sandra Vernero, segretario generale di “Slow Medicine”, ha scritto sulla rivista britannica: “Il progetto nasce con l’obiettivo di tutelare gli interessi dei pazienti attraverso un partenariato con gli operatori sanitari, non razionalizzando solo l’assistenza per ridurre i costi”.

Vernero introduce il termine “medicina partecipativa” e lo descrive così: “I medici dedichino più tempo al colloquio con i pazienti perché solo con una medicina partecipativa si combatte quella difensiva che gli specialisti praticano sempre di più per prevenire denunce e affinché negli ospedali non si guardi solo al numero di visite ma anche alla qualità delle prestazioni”.

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