Il 24 marzo è la Giornata mondiale contro la Tubercolosi e l’Organizzazione Mondiale per la Sanità fa il punto sulla malattia. Tutt’altro che vicina ad essere debellata, non ci sono fondi sufficienti per la ricerca, i test sono tutt’oggi molto costosi e la malattia sta sviluppando resistenze.
Siamo abituati a pensare alla tubercolosi come una malattia di altri tempi: invece l’OMS rilancia l’allarme sulla sua attuale gravità. La tubercolosi uccide 1 milione e 400mila persone all’anno e sono ben 4,7 milioni i nuovi casi ogni anno.
La ricerca procede molto lentamente a causa degli scarsi finanziamenti: ad oggi si investono solo 500 milioni di dollari e ne mancano ancora 1,6 miliardi perchè la ricerca sia sufficientemente finanziata. Sembrerebbero cifre enormi, ma se si considerano i costi sanitari legati alla malattia è chiaro che la politica finora sta pensando ad un risparmio sul breve periodo piuttosto che a un investimento lungimirante.
I contagi hanno un numero tanto elevato perchè il test più diffuso, che comunque risale a 130 anni fa, non ha un grande potere diagnostico. Il nuovo test GeneXpert è ad oggi molto costoso.
I costi sono una parte importante di questa malattia: le cure sono lunghe e costose e nei paesi sviluppati è il servizio sanitario nazionale a prenderle in carico. Nei paesi in via di sviluppo questo non succede con evidenti conseguenze sui contagi e la diffusione della malattia.
Inoltre a causa del trattamento con antibiotico la malattia sta sviluppando pericolose resistenze superabili solo con ulteriori studi e relativi perfezionamenti della cura.