Il WWF torna a lanciare l’allarme per la deforestazione in Amazzonia sottolineando come fra le cause del disboscamento in Brasile e Bolivia primeggi oggi la coltivazione della soia, quasi interamente destinata agli allevamenti, soprattutto pollami e suini.
“Per produrre 1 chilogrammo di carne suina vengono utilizzati 263 grammi di soia, ben 575 per il pollo, 173 per il manzo e 307 un analogo quantitativo di uova”, spiegano dal WWF. La soia ha impatti gravi per l’ambiente, oltre che per la deforestazione, anche per l’inquinamento causato dai pesticidi.
Secondo il WWF se nulla cambierà, nei prossimi 30 anni si potrebbe perdere un quarto della foresta amazzonica rimasta e il 37% nei prossimi 50 anni.
Secondo stime che tengono contro anche degli effetti dei cambiamenti climatici metà della foresta amazzonica potrebbe scomparire in 20 anni.
Per questo il WWF chiede che venga prodotta la soia in maniera più sostenibile per scongiurare la fine della foresta.
Per la ONG sarebbe quindi necessario “una migliore pianificazione dell’uso del suolo, la tutela delle aree naturali vulnerabili e di valore, un processo di certificazione quale quello proposto dalla Tavola Rotonda sulla Soia Responsabile (Roundtable on Responsible Soy, RTRS), migliori pratiche agricole e la riduzione di scarti e rifiuti.”
Inoltre il WWF ricorda che anche i consumatori hanno dei poteri: è possibile infatti ridurre il consumo di carne e ridurre gli sprechi alimentari.