La crisi idrica è uno dei problemi più urgenti a livello globale. Oggi oltre 780 milioni di persone non hanno accesso all’acqua potabile e 2,5 miliardi di persone vivono senza servizi igienici adeguati. La crescita della popolazione legata al cambio dei modelli di consumo, soprattutto nelle città, sta facendo aumentare la domanda di acqua. Con la popolazione mondiale che dovrebbe raggiungere gli 8 miliardi entro il 2025, i prelievi d’acqua dovrebbe aumentare del 50 per cento nei paesi in via di sviluppo e del 18 per cento nei paesi sviluppati. L’acqua per l’irrigazione e la produzione alimentare costituisce uno delle maggiori pressioni sulle risorse di acqua dolce.
“L’acqua è fondamentale per il benessere delle persone e del pianeta”, ha dichiarato il Segretario Generale dell’ONU Ban Ki-moon “Dobbiamo lavorare insieme per proteggere e gestire con attenzione questa fragile risorsa finita.”
In quest’ottica si muove l’invenzione ingegnosa di una speciale membrana, sviluppata con nuove tecnologie che potrebbe essere in grado di separare i rifiuti dall’acqua. L’invenzione potrebbe diventare fondamentale nel trattamento di inquinanti che vanno dal drenaggio delle acque acide delle miniere, alle acque reflue contenenti petrolio, nonché ad altri processi come la dissalazione e la dialisi.
La ricerca è stata pubblicata su Scientific Reports in coincidenza con la Giornata mondiale dell’acqua e della National Water Week in Sud Africa.
La tecnologia – che è stata sviluppata da un team di ricercatori della Wits University , in collaborazione con la NASA – renderà più facile filtrare l’acqua pura dai rifiuti prodotti durante l’esplorazione mineraria, per la produzione di petrolio e per l’esplorazione nucleare, solo per citare alcuni casi.
Si spera di poter sviluppare presto un prodotto commerciale e c’è anche la possibilità che venga acquisito dal Governo degli Stati Uniti. Ma sembrerebbe che l’utilizzo che porterebbe più immediati e importanti benefici sia quello nelle acque di scarico delle miniere.
Secondo il prof. Sunny Iyuke, che ha sviluppato il prodotto in collaborazione con due studenti di dottorato, il modulo della membrana (simile a un filtro per l’acqua domestica) potrebbe essere utilizzato per la cattura delle acque reflue dalle miniere prima della sua entrata nelle fognature o nelle falde acquifere. L’analisi del flusso dell’acqua può essere utilizzato per monitorare la direzione e la posizione delle acque.
La membrana nanocomposita dà due prodotti: una minore quantità di rifiuti e acqua potabile. Inoltre i rifiuti possono essere riutilizzati, come nel caso dell’ arsenico, che è utilizzato nei preservanti per legno e pelle, nella produzione di munizioni, e nel controllo dei parassiti. Anche i rifiuti provenienti dalle miniere potrebbero essere riutilizzati.
“L’acqua è fondamentale per la vita, e la scarsità d’acqua sta diventando un problema enorme non solo in Sud Africa, ma in tutto il mondo”, ha detto Iyuke. “Questa tecnologia produce una situazione win win, per l’industria e l’ambiente”.