Gaianews

Nuovo coronavirus: virus aggressivo, ma forse può essere trattato

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 20.02.2013

Il nuovo coronavirus che è emerso in Medio Oriente il giugno scorso, uccidendo un uomo in arabia Saudita, può infettare gli esseri umani, ma può anche essere trattato con un’immunoterapia, secondo uno studio che sarà pubblicato il 19 febbraio isu Mbio ®.

Coronavirus

Lo studio ha dimostrato che il virus HCoV-EMC può penetrare nel polmone e eludere il sistema immunitario innato con la stessa facilità con cui ci riuscirebbe un virus del raffreddore. questo significa che HCoV-EMC è ben attrezzato per infettare le cellule umane. Lo studio rivela anche che il virus è suscettibile di trattamento con interferoni, i componenti del sistema immunitario che sono stati usati con successo per il trattamento di altre malattie virali, aprendo una possibile modalità di trattamento in caso di un focolaio su larga scala.

“Sorprendentemente, questo coronavirus cresce in modo molto efficiente sulle cellule epiteliali,” ha spigato il co-autore Volker Thiel di L’Istituto di Immunologia presso l’Ospedale Kantonal a St. Gallen, Svizzera. Thiel dice che questi nuovi dati dimostrano che, nonostante l’HCoV-EMC si passato dagli animali agli esseri umani poco tempo fa, è in grado di infettare il tratto respiratorio umano come gli altri  coronavirus umani, tra cui il virus della SARS e il virus del raffreddore , HCoV-229E.

HCoV-EMC è stato rilevato nel giugno scorso quando è stato isolato su un uomo in Arabia Saudita, che è morto a causa di una infezione respiratoria grave e un’insufficienza renale. Da quel momento, i funzionari della sanità pubblica hanno individuato altre 10 persone infette, nove delle quali avevano viaggiato in Medio Oriente e uno che ha avuto contatti recenti con una persona infetta. L’emergere dell’ HCoV-EMC, che è legato al virus della SARS, ha creato preoccupazione per una pandemia molto simile alla pandemia di SARS del 2002-2003, che si stima abbia contagiato oltre 8.000 persone e uccise 774 in tutto il mondo.

Per lo studio Thiel ed i suoi colleghi hanno testato come l’HCoV-EMC potrebbe infettare e moltiplicarsi nel polmone umano con una coltura di cellule bronchiali manipolate per imitare il rivestimento delle vie aeree. Il rivestimento del polmone, o epitelio, rappresenta una barriera importante contro i virus respiratori, ma non è molto utile, secondo i ricercatori, contro il virus HCoV-EMC. I ricercatori hanno infatti scoperto che le cellule epiteliali delle vie aeree umane sono altamente sensibili all’ HCoV-EMC e che il virus è in grado di moltiplicarsi ad una velocità iniziale maggiore di quello che succederebbe con il virus della SARS.

“L’altra cosa che abbiamo scoperto è che i virus, l’HCoV-EMC, la SARS, e il virus del raffreddore, sono tutti simili, in termini di risposte immunitaria: e cioè non provocano un’ enorme risposta immunitaria innata”, ha spiegato Thiel. Questa è un’indicazione che l’HCoV-EMC è già ben adattato all’ospite umano e che il virus utilizza la stessa strategia che altri coronavirus utilizzano  per eludere i meccanismi immunitari dell’ospite.

Gli autori si sono chiesti se la promozione di questo debole risposta immunitaria potesse diminuire la capacità del virus di infettare le cellule epiteliali delle vie aeree. Hanno scoperto che pre-trattando le cellule con proteine ​​che vengono rilasciate dalle cellule ospiti in risposta a infezioni e che consentono la comunicazione tra cellule per organizzare una risposta immunitaria, ha ridotto significativamente il numero di cellule infette. Questo è incoraggiante dal punto di vista del trattamento, fanno notare gli autori, dal momento che gli interferoni, le proteine in questione,  hanno dimostrato di essere promettenti anche per il trattamento della SARS e di un’altra malattia virale, l’epatite C.

Questa ricerca è frutto di una collaborazione fra scienziati di diversi paesi Svizzera, Germania, Paesi Bassi e Danimarca. per combattere questi virus la cooperazione è fondamentale secondo i ricercatori.

“Non sappiamo ancora se i casi che osserviamo sono solo la punta di un iceberg”, ha concluso Thiel. “O se molte più persone sono infettate senza mostrare sintomi gravi.”

© RIPRODUZIONE RISERVATA