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La canapa riduce l’impatto ambientale nel settore delle costruzioni

L'ANAB, associazione nazionale Architettura bioecologica, propone la canapa come soluzione per ridurre il consumo di risorse

Scritto da Redazione di Gaianews.it il 02.02.2013

La canapa potrebbe ridurre l’impatto ambientale nel settore delle costruzioni, che di suo è la causa principale del consumo energetico nazionale, nonché di risorse naturali, di acqua e produzione di scarti. L’ANAB, associazione nazionale Architettura bioecologica, propone la canapa come soluzione per ridurre il consumo di risorse.

Piantagione di canapa

Per fare una veloce analisi di quanto il settore delle costruzioni sia impattante per l’ambiente bastano cinque dati: esso infatti incide per il 40% sui consumi di energia, per il 30% sull’uso di risorse naturali e sulla produzione di rifiuti, per il 20% sul consumo d’acqua ed è causa del 40% delle emissioni di anidride carbonica.

E’ quindi sempre più urgente e sempre meno procrastinabile la diffusione su larga scala dei principi dell’architettura naturale nella costruzione di nuovi edifici e nelle ristrutturazioni del patrimonio edilizio esistente.

Questo è stato il tema al centro del convegno “Costruire nessi e filiere tra verde, territorio, energia e acqua” che ANAB, associazione nazionale Architettura bioecologica, organizzata lo scorso 26 Gennaio al Klimahouse di Bolzano, la fiera internazionale specializzata nell’efficienza energetica e la sostenibilità in edilizia.

I vantaggi dell’uso della canapa per ridurre le emissioni nocive, l’analisi delle tecniche costruttive basate sul risparmio di energia e acqua, i metodi di progettazione sostenibile del verde urbano, ed i vantaggi della costruzione naturale nella messa in sicurezza antisismica del territorio sono stati solo alcuni degli elementi trattati.

I vantaggi della canapa sono evidenti ad esempio quando si guarda il consumo di acqua corrente durante la costruzione sono evidenti. L’uso di canapa al posto del cemento è infatti in grado di tagliare i consumi dell’acqua del 90%.

Lo spiega Erich Trevisiol, docente di Progettazione sostenibile all’università IUAV di Venezia, secondo cui ci sono molti altri esempi concreti della nuova edilizia. L’utilizzo della canapa “permette di risparmiare il 90% di acqua in meno rispetto a quella necessaria nel caso del cemento, e poco meno di un terzo di energia. In più – aggiunge Trevisiol – usare la canapa vuol dire poterla coltivare e produrre davanti al cantiere, in modo da poter avere la materia prima davvero a chilometro zero”.

Le nuove tecniche a basso impatto ambientale potrebbero inoltre tagliare drasticamente i “costi naturali” dell’edilizia tradizionale.

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  • Max938 scrive:

    Immagino che l’utilizzo della canapa viene preso in considerazione in quanto “fibra” lunga e robusta da utilizzare come “legante” o struttura elastica al posto del ferro.
    Ma bisogna ricordare che per “estrarre” la fibra dalla pianta della canapa , molto usata
    in passato per la tessitura ed anche apprezzata come il lino, sono necessarie le “marcite” (estremamente maleodoranti) che necessitano di grandi quantità di acqua…
    A questo punto dall’epoca dell’autarchia mi sovviene che molte altre fibre vegetali anche
    più robuste (ginestra bambù) erano state prese in considerazione come surrogati.
    Non capisco d’altra parte per quale motivo ,pur disponendo in Italia di enormi aree
    coperte da boschi , non venga affrontata la tematica della “coltivazione” delle stesse
    procurandosi in tal modo un materiale ,il legno, da sempre utilizzato nelle costruzioni
    con indiscutibili vantaggi ,leggerezza elasticità resistenza termicità, anche di costi.
    Ma qui si entra in terra “minata”, come andare a disturbare l’ “imbosco!” di centinaia
    di migliaia di forestali addetti alla manutenzione (incendio) dei boschi ed al successivo spegnimento degli stessi …con enormi consumi di acqua aerei autopompe carta stampata e aria fritta…

  • aldo sivieri scrive:

    purtroppo nella zona del Polesine non ci sono attrezzatura/macchinari adatti alla coltivazione della canapa, quindi coltivarla è un problema, i costi sono elevati sebbene sia una coltivazione che (forse) non richiede tanta acqua, ci vorebbe un consorzio a doc anche in questa zona come nel Piemonte